Siamo nel mese di febbraio nel quale cade la festa del nostro fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, che si celebra il giorno 16, ed è da qualche settimana che mi faccio una domanda: «Cosa direbbe l’Allamano ai giovani di oggi?». Mi sono ricordato quello che mi aveva appassionato del mio fondatore fin dall’inizio del mio cammino missionario…
«Perdo il controllo. Non so stare solo. Ho bisogno di… manco io so di cosa. Che rabbia! Ho un ipod in compenso». Una citazione dal romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro d’Avenia che capta l’esperienza quotidiana di tanti ragazzi. Siamo nel mese di febbraio nel quale cade la festa del nostro fondatore, il Beato Giuseppe Allamano, che si celebra il giorno 16, ed è da qualche settimana che mi faccio una domanda: «Cosa direbbe l’Allamano ai giovani di oggi?». Cosa direbbe a quei giovani cui parlo quotidianamente a scuola nei miei incontri missionari, descritti dalle poche parole di Alessandro d’Avenia citate sopra?
Avevo messo giù qualche riga, ma improvvisamente ho deciso di cambiare tutto, perché mi sono ricordato quello che mi aveva appassionato del mio fondatore fin dall’inizio del mio cammino missionario: prendere posizione. Lui lo dice con parole molto più dirette: «Elevatevi sopra le idee ristrette che predominano nell’ambiente». Sono andato a sfogliare i miei documenti antichi, e ho trovato che quando avevo 23 anni, ancora studente di filosofia a Nairobi, il mio programma di vita dell’anno 2003-2004 aveva come ispirazione la lettera di san Paolo apostolo ai Romani: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto».
A 22 anni, avevo letto l’Allamano che più di 100 anni prima aveva detto: «In questi giorni è una miseria! Quanti disordini! Quanti peccati! Si parla male, si bestemmia! Quanti peccati di vista! […] Vedere certe scollature […]. Tutti gridano […]. Gli uomini sono folli […]. Quasi vorrei essere cieco, così non vedrei niente […]. Il mondo in questi giorni gode sfogando le sue passioni della carne: quanti disordini nel cibo e nel bere, quindi in ogni angolo ubriachi con perdita della ragione di cui Dio li regalò: quante lascivie poi specialmente in certe notti ed in certi ritrovi […] e quindi quante parole oscene e bestemmie: si dà piena soddisfazione ai sensi della vista e del tatto. Non possiamo certamente immaginarci il male che si commette fuori di questa casa!».
A 25 anni, ho ascoltato un altro personaggio che diceva: «Non dovremmo rimanere fanciulli […], in stato di minorità […] “sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina […]”. E quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode! La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde – gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Invece, “adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. È quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità».
Ecco quello che penso l’Allamano ancora oggi dica ai ragazzi e ai giovani, ripetendo quasi letteralmente quello che disse più di 100 ani fa – poiché la saggezza non ha età – : elevatevi sopra le idee ristrette. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, non lasciatevi portare qua e là da qualsiasi cosa, da qualsiasi emozione, da qualsiasi persona, pensiero o attività. Prendere posizione! Avere idee chiare, dire si o no a seconda delle circostanze: «Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo», dice Benedetto XVI.
Cercare la verità e tenacemente perseguirla. Essere pigri non aiuta nessuno, infatti, dice ancora il nostro fondatore: «Non vi voglio chiassosi, non vi voglio superficiali, vi voglio sciolti, vi voglio forti. Tirare diritto con energia. In montagna le strade fanno lunghi giri; sono più agevoli, ma allungano il cammino. Se uno invece taglia diritto è vero che farà fatica, ma raggiungerà la vetta in più breve tempo. Così nella via della santità è necessario non lasciarci intorpidire, ma scuoterci e tirare diritto con energia. Talora ci lamentiamo che non proviamo gusto. Si capisce, siamo freddi, non siamo generosi. Siamo fatti così: proponiamo, ma non sempre dimostriamo l’energia continua in tutte le cose […]. Spesso per un piccolo male, per un nonnulla, non si è più capaci di fare tutto il bene e si pensa a un cumulo di cure che ci sembrano necessarie. Quei piccoli capricci, quelle piccole voglie bisogna vincerle, perché dopo diventano grosse. Io non voglio che pensiate alle croci future in modo poetico, come fanno taluni che pensano e dicono: “Ah, io farò, farò…!” […]. Vale più un piccolo bene fatto con costanza, che iniziare tante opere grandiose e lasciarle a metà. Ecco: noi corriamo qualche giorno, poi procediamo a rilento, ci stanchiamo. Ah, quell’uguaglianza di spirito! Essere un giorno tutto entusiasmo e un altro tutta fiacchezza non va! Quando si è conosciuto che una cosa è di dovere, andare fino in fondo. È necessario sapersi dominare, in modo da essere sempre uguali a se stessi». Ecco, mi sembra un messaggio molto attuale, forte e anche molto missionario, perché, e su questo non ci facciamo storie, la missione, quella di Gesù, quella dell’amore totale esige energia, esige costanza. Bisogna prendere posizione: o ci si educa a questo amore totale nella vita quotidiana e nelle scelte quotidiane, o non si farà mai niente nella vita. Gesù è chiaro: «Chi non è con me, è contro di me» (Mt 12:30).
Di Nicholas Nyamasyo Muthoka
Nicholas Muthoka
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