Slow page dei Missionari della consolata

GEM1. Morogoro Dreaming.

Un gruppo di Torino narra come si sta avvicinando al campo missionario in Tanzania.

È Tradizione dei nostri Centri di animazione missionaria organizzare campi di conoscenza e lavoro in missione.

Gem1… sembra una sigla anonima, oltre che incomprensibile; in realtà nascosti dietro di essa ci siamo noi: un gruppo di giovani torinesi che si preparano per fare un campo missionario in Africa.
Finora il nostro cammino, se pur bellissimo, non è stato tutto rose e fiori: la felicità e le belle aspettative per il viaggio sono quotidianamente accompagnate da piccole grandi fatiche. Alla difficoltà iniziale di conoscerci e imparare a cooperare, se ne sono aggiunte altre: riuscire ad organizzare le attività, incastrare i vari impegni e saper affrontare imprevisti e preoccupazioni.
Dobbiamo ammettere però, che l’ottimismo e la speranza hanno trasformato grandi ostacoli in piccoli problemi risolvibili… insieme!
Il nostro gruppo è composto da una decina di ragazzi con un obiettivo comune: rendere migliori noi stessi e il mondo in cui viviamo, per quanto ci è possibile. Anche se non tutti riusciremo a partire per Morogoro, la voglia di aiutare i bimbi africani e di conoscere una realtà diversa è presente in ognuno di noi e la collaborazione è grande.
All’inizio non sapevamo come muoverci per raccogliere fondi da donare alla missione, le idee erano tante ma metterle in pratica era un altro paio di maniche. Ma ecco che a un certo punto tutto ha cominciato a prendere forma: la frase «mettiamo le bancarelle fuori dalle chiese» si è tramutata in un tavolo accanto all’entrata di una parrocchia, e da quel momento le iniziative non sono mancate. Ciascuno mette in campo le proprie capacità avendo ben presente che questa è un’ottima occasione per farle fruttare! Ogni mese ci incontriamo con i nostri  animatori per la formazione e la preghiera: siamo fiduciosi di poter fare qualcosa di buono, ma sappiamo bene che «se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i muratori».
Ascoltiamo con gli occhi lucidi i racconti e i consigli di chi è già stato in Tanzania, provando a immaginare quello che troveremo; ma dentro di noi sappiamo che ogni esperienza è personale e nessuna descrizione altrui potrà rendere giustizia a ciò che ci aspetta.
Soprattutto l’incontro con padre Erasto è stato particolarmente significativo. Di passaggio in italia, ci ha raccontato che ci attenderà a Morogoro e ci ha dato appuntamento là. Sarà lui la nostra guida e il nostro punto di riferimento.
Quando ci capita di raccontare alle persone l’esperienza che ci attende, le reazioni sono le più disparate: c’è chi non approva, c’è chi apprezza ammettendo che non lo farebbe mai. C’è chi ci ammira elogiandoci come fossimo grandi persone, ma la verità forse è che, prima di farlo per gli altri, lo facciamo per noi stessi. Le nostre aspettative infatti sono molte e riguardano più il ricevere che il dare: non vogliamo andare lì per cambiare il mondo (certo faremo il possibile per renderci utili e fare qualunque cosa ci venga chiesta) ma siamo convinti che coloro che riceveranno di più dalle tre settimane in Tanzania saremo noi. «Tornerete diversi da come siete partiti» ci ripete chi è già stato in missione, ed effettivamente ci accorgiamo che la missione «ci cambia » ancor prima di partire…
Alcuni di noi sognano la missione da molti anni e, arrivati a questo punto, il messaggio che vorremmo lanciare a tutti è che: anche i sogni apparentemente irrealizzabili si possono concretizzare se il desiderio è più forte della paura! Panapo nia pana njia (se c’è l’intenzione, un modo lo si trova).
Ah, dimenticavamo: Gem1 significa «Giovani e missione», primo anno! Cioè: è solo l’inizio!
 

GeM1 – Giovani e Missione 1

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Giovani IMC

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