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Energia e futuro. Le opportunità del declino. II edizione

La catastrofe giapponese e i rivolgimenti politici in Medio Oriente e nel Nord Africa – un serbatoio mondiale di greggio e di gas – avvalorano l’assunto di questo libro: nel passare sistematicamente in rassegna tutte le fonti di energia, l’Autore mostra che nessuna di esse è "perfetta".
L’atteggiamento più saggio è limitare i bisogni energetici. Ossia cambiare radicalmente stile di vita, idea di sviluppo.
Chiudere una volta per tutte con la "civiltà" dei consumi.
Non è una mera questione di rispetto per l’ambiente, ne va dei diritti delle generazioni future. Della loro stessa sopravvivenza.

Autore: Rossi Mirco
Vive a Venezia, dove ha studiato economia. Ha coordinato l’azione divulgativa che Enel offriva alle scuole del Triveneto. Da anni sviluppa un’intensa attività di informazione, specialmente nei confronti degli istituti di secondo grado, nel Centro e Nord Italia. È membro di Aspo Italia (sezione di Aspo International – Association Study of Peak Oil and Gas, www.peakoil.net) e del Comitato Scientifico della rivista "Ambiente-Risorse-Salute".

Target: Per tutti.
 
Contenuti:
Nel linguaggio dei mercati esistono solo costi, ricavi, profitti, perciò non deve sorprendere se per valutare la bontà delle scelte energetiche si usa il denaro.
Disgraziatamente, il criterio economico ha favorito sinora il petrolio e, con astuzie, perfino il nucleare; per questo abbiamo inondato l’atmosfera di anidride carbonica e abbiamo contaminato il mondo con sostanze radioattive fuoriuscite da Three Mile Island, da Cernobyl e, attualmente, da Fukushima.
La catastrofe giapponese e i rivolgimenti politici in Medio Oriente e nel Nord Africa – un serbatoio mondiale di greggio e di gas – avvalorano l’assunto di questo libro: nel passare sistematicamente in rassegna tutte le fonti di energia, l’Autore mostra che nessuna di esse è "perfetta".
L’atteggiamento più saggio è limitare i bisogni energetici. Ossia cambiare radicalmente stile di vita, idea di sviluppo.
Chiudere una volta per tutte con la "civiltà" dei consumi.
Non è una mera questione di rispetto per l’ambiente, ne va dei diritti delle generazioni future. Della loro stessa sopravvivenza.

anno: 2011
formato: 14×21
pagg. 272
euro 15,00
 

INDICE: ENERGIA E FUTURO
 
Presentazione di Claudio Della Volpe, 13
Introduzione, 19
Ringraziamenti, 23

PRIMA PARTE – Il ruolo dell’energia nella vita dell’uomo
(ciò che non si può più ignorare)

1. Le fonti rinnovabili, dalla preistoria alla fine della rivoluzione agricola
Il fuoco e il vento, 27 – La domesticazione animale, 28 – I mulini, 29.

2. L’inizio della rivoluzione industriale e il carbone
La legna si sta esaurendo, 31 – Il carbone, 33 – Le macchine a vapore, 34 – Le ricadute ambientali, il presente e il futuro del carbone, 36.

3. Le nuove macchine, il petrolio e il gas
Il motore a scoppio e le automobili, 40 – L’origine degli idrocarburi, 42 – L’era del petrolio, 44 – Sabbie e scisti bituminosi, 47 – Il gas naturale, 49 – Il GNL (Gas Naturale Liquefatto), 52 – Shale gas (gas da scisti), 53.

4. L’ultima nata: l’energia nucleare
Il processo di fissione dell’uranio, 58 – A Chernobyl non esplose il reattore, 60 – La frenata improvvisa. Adesso si riparte: per dove?, 62.

5. Dominatori del fuoco, schiavi dei fossili
Dipendiamo da energie sconosciute a Bach, Bernini e Newton, 65 – Uno stile… cento volte più affamato, 66.

6. La sparizione ignorata
L’oggetto: un buco nero!, 71 – Limiti e benefici del riciclaggio, 74 – Quella nascosta è tanta e bisogna misurarla… prima, 76 – Risparmiare energia a tavola, 79 – La rottamazione delle automobili aumenta i consumi, 81.

7. L’energia alla fine del XX secolo
A due velocità, 88 – Cinquant’anni di storia delle fonti di energia, 90 – Il bello e il brutto dei fossili, 94.

8. Sulla nostra via, dietro l’angolo
Le prospettive, 101 – Il picco, 106.

9. Rievocare per sapere, senza nostalgia
Dai tempi della produzione a quelli dei servizi, 116 – Luci nel buio, 118 – Il prezzo di garage, condizionatore, televisore…, 119 – Meglio in dosi moderate, 123 – Soche e Bepi del giazo, 124 – Prima del cassonetto, 130.

SECONDA PARTE – Gli impianti che producono elettricità: concetti, ruoli e prospettive.
Carburanti alternativi? Utopie o speranze?

10. Dell’elettricità
Germogli e disillusioni, 139 – L’elettricità "non esiste", 144 – L’energia cade dal cielo, 147 – Dal vapore all’elettricità, 155 – Ridurre e catturare gli inquinanti, 160 – Come si spreca il metano, anche se lo si usa bene, 166 – Calore senza fuoco, 170 – Il fuoco degli dei, 178 – Giganti nel vento, 180 – Vetri, specchi e pietre magiche, 185.

11. Più fumo che arrosto
In tavola o nel serbatoio?, 196 – Idrogeno: un elemento troppo socievole, 204.

12. Il caso Italia
Lo stato dell’arte, o del problema ignorato, 213 – Cosa bolle in pentola?, 218.

13. Utopie o speranze?
La fusione calda, 226 – La fusione fredda, 229 – Reazioni piezonucleari, 231 – Gli idrati di metano, 232.

14. Considerazioni finali
Presupposti e termini del problema, 236 – Concepire un pensiero nuovo, 240 – La sfida, 243.

15. Marzo 2011: due impreviste complicazioni
Fukushima Daiichi (Giappone), 253 – Libia (e Nord Africa), 263.

Appendice
I cardini della compatibilità energetica, 271. 
 

PRESENTAZIONE:

La mia prima reazione a questo libro è stata: ancora un altro? Intendevo: ancora un altro libro sui problemi dell’energia e dell’ambiente? Ma ce n’è davvero bisogno?
Negli ultimi mesi è stata una vera fioritura di testi di autori, anche già noti, sui temi della compatibilità ambientale ed energetica (basti ricordare l’ultimo lavoro di Vincenzo Balzani e Nicola Armaroli o il recente libro di Guido Viale). E allora che un non specialista, uno che non è compiutamente economista ma nemmeno chimico o fisico, solo per il fatto che scriva piacevolmente, si metta in testa di scrivere un altro libro…
Ma, dato che Mirco Rossi è un amico "di mail" (una volta si sarebbe detto "di penna"), ho letto. Ho letto e apprezzato. Ho letto con piacere, specie i ricordi, il "come eravamo", il come si viveva nei favolosi anni Cinquanta e Sessanta, un tempo che la nostra generazione di baby-boomers ricorda ancora con nostalgia e che i nostri figli o nipoti non conosce più se non dai nostri ricordi. Un tempo ricco di lezioni: come si è passati dal mondo di illimitate speranze del dopoguerra al mondo dei limiti e della crisi permanente con cui conviviamo? Come siamo passati dall’"uomo del ghiaccio" prima al frigorifero in ogni casa, poi al condizionatore e infine al buco dell’ozono e al riscaldamento climatico?
Ho letto con piacere anche le ricostruzioni, il racconto degli eventi che hanno segnato la storia dell’energia, e che ne segneranno il possibile futuro; mai noioso, sempre attento e ben documentato.
Ho apprezzato anzitutto lo sforzo di capire e documentarsi; se un libro è scritto da uno specialista la documentazione la diamo per scontata, anzi la consideriamo un riferimento; leggendo il libro, scritto da chi si definisce "un divulgatore", troviamo la documentazione che ciascuno di noi ricostruirebbe se lavorasse con serietà, se cercasse con le sue forze di andare oltre l’effimero e il nebuloso (o addirittura le sciocchezze) dei quotidiani e della TV, per costruirsi un proprio punto di vista basato su principi e concetti rigorosi, senza dare nulla per scontato.
Comunque non preoccupatevi, non troverete una formula, ma non credo leggerete libro per trovarne una; casomai ne sentirete il bisogno dopo averlo letto.
Questo libro è un racconto, scritto da un nonno per i propri nipoti, che in modo semplice e comprensibile, narra la favola di un tesoro, l’energia dei combustibili fossili, un tesoretto trovato quasi per caso da una giovane umanità e apprezzato solo col tempo. Come qualunque tesoro anche questo ha cambiato la vita, portando risultati meravigliosi. Ma come molti tesori delle favole anche questo nasconde un segreto, qualcosa che serve poi ad arrivare a una "morale" del racconto. (Se devo dirla tutta in questo caso arriviamo addirittura a un decalogo.)
Il segreto è presto detto: per fare qualunque cosa ci vuole energia, in qualunque oggetto è immagazzinata una certa quantità di energia e una quantità ancora maggiore è stata impiegata nella sua produzione (se si tratta di un oggetto artificiale); ora è vero che l’energia non si crea e non si distrugge, ma come ci dicono a scuola si "trasforma". La sua "trasformazione" implica che la sua effettiva disponibilità si modifichi; noi termodinamici valutiamo questa disponibilità in vari modi: "entropia", "energia libera", ma sono termini che non troverete nel libro. Per vivere la vita che viviamo, noi "trasformiamo" una quantità enorme di energia; attualmente nei paesi avanzati ciascuno di noi "trasforma" oltre cento volte l’energia che gli servirebbe strettamente per vivere; ma da dove la prendiamo? Dal tesoretto!
Il tesoretto che abbiamo trovato e che ci ha cambiato la vita, i combustibili fossili, corrisponde a un’enorme disponibilità di "energia libera" concentrata in poca massa e volume. Però ci ha messo alcune centinaia di milioni di anni a formarsi. In pratica possiamo usarlo una sola volta e probabilmente nemmeno tutto visto che ha già provocato qualche effetto collaterale (il riscaldamento climatico). Poi dovremo tornare ai nostri vecchi amici: sole, vento, biomasse. Ovviamente nel frattempo abbiamo avuto modo di diventare colti e ricchi (alcuni di noi, circa 1/6 del totale), anche grazie al tesoretto, ma il tesoretto prima o poi finirà. Se ci saremo resi capaci di sopravvivere sfruttando meglio dei nostri antenati sole, vento e biomasse (e forse altre cose che abbiamo scoperto o scopriremo nel frattempo), bene; altrimenti guai a noi.
Scusate la schematicità e la brevità e non usatela per criticarmi; ma credo che il senso del segreto sia chiaro. I combustibili fossili sono come i tessuti di riserva dell’endosperma dei semi: servono a far partire la pianta, ma poi sarà il sole a farla crescere.
La civiltà tecnologica è decollata usando i combustibili fossili, ma diventerà grande con l’energia del sole e del vento e forse con altre tecnologie (che però al momento non sono mature).
Ecco, Mirco Rossi ci racconta questo segreto, ce lo svela, senza usare paroloni, ma in modo rigoroso.
È un libro onesto, che dimostra una grande speranza ma che non nega le difficoltà dell’uso delle tecnologie rinnovabili: in generale hanno bassa densità energetica e bassa densità di potenza (almeno finora); certo la quantità di energia complessiva è molto alta, ma su questo occorre essere chiari.
Se sfruttate l’abusato esempio che in un anno sulla superficie terrestre arriva una quantità di energia solare pari a 10.000 volte il nostro fabbisogno, pare che non ci siano limiti pratici; ma occorrerebbe dire che quell’energia in massima parte serve per far muovere il motore atmosferico e biosferico (vento, pioggia, boschi, animali ecc.) e che arriva massimamente in zone difficilmente raggiungibili (oceani, cime delle montagne ecc.).
Consideriamo solo l’energia solare che insiste in un anno sul territorio del nostro paese: si tratta di circa 200 volte (eh si! solo 200 volte) quella che già usiamo, comprese Alpi, Appennini, territori urbanizzati o usati per l’agricoltura. Insomma ce n’è a sufficienza (almeno teoricamente) per i nostri scopi, ma anche quella energia non è infinita: ecco il senso profondo della compatibilità energetica, fare i conti con i limiti nostri e del nostro ambiente.
Questo non vuol dire che siamo destinati a un declino irreversibile; il declino cui accenna il sottotitolo non è da intendere in senso negativo; il declino nello sfruttamento dei combustibili fossili o comunque non rinnovabili (come l’uranio) deve essere invece l’opportunità di diventare "grandi", di passare da seme a pianta; come la pianta impara a crescere usando delle foglie e facendo la fotosintesi, dopo un passato di seme che cresceva a spese del proprio endosperma, così noi dovremo imparare ad adattarci ai limiti dell’ambiente in cui viviamo, ma senza rinunciare ad occupare per intero la nostra nicchia eco-tecno-logica.
Per esempio come fare per accumulare l’energia solare in modo efficiente e pulito? Questa è una domanda ancora senza risposta definitiva: idrogeno, altre molecole, batterie elettrochimiche, dispositivi idraulici o meccanici? Ciascuno ha pro e contro e il lavoro di ricerca da fare è enorme.
Un’idea che condivido in pieno è che non basta cambiare la tecnologia; per "diventare grandi" dobbiamo imparare a rimodellare la nostra organizzazione socioeconomica; il mercato, la "libertà di mercato" ha mostrato le sue pecche, e sono molte, gli strumenti tradizionali dell’economia, il PIL, non misurano effettivamente la situazione produttiva e la sua capacità di continuare a sostenere la nostra vita, sono residui concettuali di un passato culturale da semi-di-umanità (o forse da "semi-umanità", scusate il gioco di parole); occorre che ne sviluppiamo degli altri, adeguati al nostro futuro di "pianta-umana".
Questo è un libro rivolto ai giovani, alla prossima generazione, cui toccherà l’arduo compito, ma possibile, di transitare da semi in crescita a piante mature e rigogliose. Dire ciò non è un modo per noi nonni di tirarci fuori dal gioco; la nostra generazione, in una sorta di vertigine, ha visto infrangersi via via limiti che sembravano insuperabili, arrivare fino alla Luna, letteralmente, ci è quasi parso che non esistesse alcun limite alla nostra libertà.
Tuttavia proprio a questo punto i limiti del nostro ambiente si sono evidenziati prima con la "primavera silenziosa", poi col "buco dell’ozono" e ora con il "riscaldamento globale"; e ancora con le sempre più violente crisi economiche e i problemi legati alle migrazioni di massa. Sono il segno di una necessità di cui occorre prendere coscienza, e di problemi la cui soluzione ci terrà impegnati per decenni. L’energia e il suo uso consapevole sono la chiave del nostro futuro. Mirco Rossi ha il merito di ricordarlo a noi e di volerlo spiegare ai più giovani.

CLAUDIO DELLA VOLPE
Docente di Chimica-Fisica Applicata
Università di Trento


INTRODUZIONE

Qualsiasi oggetto artificiale è la definitiva "tomba" di una certa quantità di petrolio, di carbone, di gas o di elettricità.
Se le fonti di energia che conosciamo e usiamo fossero talmente abbondanti da poter essere prelevate in quantità e per tempi indefiniti potremmo limitarci a controllare le conseguenze del loro impiego sull’ambiente. La realtà è così diversa e grave che non possiamo immaginare, implicitamente o anche per puro gioco teorico, sia irrilevante la quantità di energia prelevata dall’ambiente e consumata in via definitiva. La sfida vera che l’uomo ha di fronte non si ferma quindi alla "compatibilità ambientale" ma si colloca al livello più alto della "compatibilità energetica".
Le pagine di questo libro si sviluppano attorno a queste due intuizioni, mettendole in relazione alla quantità finita delle energie fossile e nucleare e a quella pressoché infinita delle energie rinnovabili.
Se il secondo dei due concetti richiede un certo ragionamento il primo è talmente semplice da risultare ovvio. Perché quasi nessuno lo prenda in considerazione non è un mistero: ogni aspetto, ogni piega, ogni articolazione del nostro attuale stile di vita tende a nascondere questa diversa lettura della realtà. Eppure si tratta di una nozione di semplice evidenza, basata su considerazioni elementari e razionali, tanto che comprenderne il significato è persino banale.
Ma una consapevolezza diffusa, radicata, delle profonde implicazioni che potrebbero derivarne rischierebbe di far nascere e alimentare idee potenzialmente rivoluzionarie, irricevibili sulla base delle logiche che sostengono il nostro attuale stile di vita.
Cambiamenti profondi potrebbero determinarsi a seguito di nuovi comportamenti fatti propri da ampie fasce di individui, di strati sociali diversi, persuasi e intenzionati a realizzare un più equilibrato rapporto con il loro presente e con il futuro dei loro figli.
In questa fase storica, povera di ideali e caratterizzata da grande incertezza sugli anni a venire, potrebbe crearsi un terreno fertile per pensare a nuove prospettive da perseguire pacificamente, ma in grado di determinare esiti minacciosi per la sopravvivenza del complesso sistema di poteri e di valori, economici e politici, che guidano e governano gran parte del mondo.
La Prima parte di questo libro inizia dal lontano passato, per tratteggiare l’influenza avuta dall’energia nella vita umana e approfondire i principali aspetti della realtà attuale e della prospettiva delle fonti primarie di energia. Aspetti che oggi non è più concesso ignorare. Si conclude con le esperienze di un ragazzino, fatte nel periodo a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, in un quartiere operaio dell’Italia del Nord.
La Seconda parte, evitando l’approccio tecnico-specialistico, spiega il funzionamento e le caratteristiche degli impianti tecnologici che, a partire dai combustibili fossili e nucleare o da fonti rinnovabili, producono l’energia elettrica. La semplificazione e la sintesi necessarie per tentare di essere compreso da quante più persone possibile, hanno richiesto compromessi lessicali e tecnici; per qualche passaggio confido su una dose di comprensione da parte degli specialisti della materia. Questi sistemi complessi svolgono ruoli diversi nel garantire la forma di energia più flessibile e meno inquinante, almeno negli usi finali, che è l’elettricità. Conoscere le loro caratteristiche consente di limitare le distorsioni ideologiche e permette di valutarne correttamente le reali potenzialità. Alcuni di essi suscitano paure e speranze spesso largamente sovrastimate.
La Seconda parte inoltre, tenta di integrare e mettere ordine tra le informazioni che raggiungono i cittadini, a proposito di quelle che abitualmente vengono presentate come nuove e mirabolanti energie a disposizione dell’umanità. Descritte da molti come salvifiche e risolutive, sottoposte a seria verifica, alcune mostrano interessanti positività, altre soprattutto limiti e forti contraddizioni.
Un capitolo è dedicato a descrivere la situazione, largamente fuori controllo, dell’Italia in cui le difficoltà oggettive risultano aggravate dall’alternarsi del disinteresse e di decisioni incongruenti, affrettate, traguardate sul breve periodo e fondate su valutazioni prevalentemente ideologiche.
L’idea di "bilancio energetico" è un altro perno di questo lavoro e la sua importanza viene sottolineata nel richiamare i concetti di "contenuto energetico" e di "consumo di energia", da verificare con metodologie scientifiche.
Brevi considerazioni conclusive sottolineano l’urgenza, la profondità e l’ampiezza del dibattito che dovrebbe aprirsi per affrontare questi temi, a cui con questo lavoro intendo contribuire. Solo la convinzione che la realtà energetica è ben più complessa di quella ora percepita può portare alla necessaria diffusione di comportamenti coerenti, a tutti i livelli.
È pressoché certo che l’intera umanità dovrà riorganizzarsi, in tempi più o meno brevi, sulla base di disponibilità energetiche diverse e ben più scarse di quelle attuali. Potrà accadere tra uno o più decenni ma, in ogni caso, sarà una transizione estremamente complessa e difficile.
Siamo già oggi chiamati ad affrontare i problemi ambientali, il riscaldamento globale, l’inquinamento; eppure la violenza dell’impatto determinato dalla carenza di energia si configura con una drammaticità senza eguali, in grado di mettere in discussione i sistemi e le strutture produttive, i rapporti tra gli stati, i più radicati princìpi democratici e le basi stesse della convivenza civile.
La ragione non intravede soluzioni facili, né scorciatoie. Non ci resta che avviare da subito un ampio mosaico di iniziative, di per sé parziali e limitate ma concrete ed efficaci, per evitare o, almeno, ridurre gli aspetti più crudeli e tragici di quanto sta per accadere, e per dare alle nuove generazioni maggiori e migliori speranze.

 

EMI Editrice Missionaria Italiana

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