Slow page dei Missionari della consolata

Confinati, ma non abbandonati

Un tesoro in vasi di creta.

Una preghiera nata nel confinamento per il tempo dell’apertura.

Canto: Invochiamo la tua presenza.

Guida: La primavera del 2020 non sarà scordata facilmente. Lo scoppio dell’epidemia del coronavirus e le conseguenti misure restrittive adottate in Italia, Europa e mondo intero hanno cambiato le vite di molti.

Per alcuni, la frenesia della quotidianità si è trasformata all’improvviso in un confinamento forzato, privo delle abitudini più scontate.

Altri sono stati separati dai compagni di scuola, dai familiari, dai colleghi, dai cari.

Altri ancora hanno moltiplicato i loro sforzi per curare i malati, fino a essere considerati eroi nazionali semplicemente per esercitare la loro professione.

Infine, c’è chi ha vissuto il dolore della perdita non consolata, non condivisa.

Per tutti, il virus ha segnato un momento di cambiamento.

Per quanti, però, si è trasformato in una svolta?

Quella che sembrava prima un’emergenza lontana, poi vicina, ma temporanea, si è trasformata infine, giorno dopo giorno, in una nuova condizione strutturale.

Proviamo a leggere quello che è successo alla luce della Parola.

Lettore 1: Dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi (4,7-15).

Ma noi abbiamo questo tesoro [la luce che brilla nei nostri cuori] come in vasi di creta, perché sia chiaro che questa straordinaria potenza viene da Dio e non da noi. Siamo oppressi, ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati. Siamo perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non distrutti. Portiamo sempre in noi la morte di Gesù, perché si manifesti in noi anche la sua vita. Siamo vivi, ma continuamente esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la sua vita si manifesti nella nostra vita mortale. Così, la morte agisce in noi, perché in voi agisca la vita.

È scritto nella Bibbia: “Ho creduto, perciò ho parlato”. Anche noi abbiamo questo stesso spirito di fede, anche noi crediamo e per questo parliamo. Sappiamo infatti che Dio, il quale ha risuscitato Gesù, il Signore, risusciterà anche noi insieme con Gesù e ci porterà con voi davanti a lui. Tutto questo avviene per voi, perché la grazia, ancor più abbondante per un maggior numero di persone, aumenti le preghiere di ringraziamento a lode di Dio.

2 Cor 4,7-15

Lettore 2: La nostra fede, che ci da forza e speranza in ogni situazione, non ci rende per questo infrangibili. Le nostre pene sono al contrario simili a quelle di tutti gli altri, dimostrando come il nostro «tesoro», (la nostra luce di cristiani) sia contenuto in un vaso (il nostro corpo, il nostro tempo) fragile e limitato.

Lettore 1: Eppure, proprio in questa nostra debolezza si manifesta la potenza di Dio. Proprio questo contrasto mostra la presenza divina nelle difficoltà.

Accada quel che accada, non saremo mai completamente vinti, grazie al nostro tesoro in vasi di creta. Per questo motivo, il mondo potrà opprimerci e sconvolgerci, ma non schiacciarci né privarci della speranza. Così gli uomini potranno perseguitarci e colpirci, ma non distruggerci, perché Dio non ci avrà abbandonati.

Guida: Non dobbiamo nascondere i nostri dubbi. Alle volte è difficile credere che Dio non ci abbandoni. Questo è il rimprovero che rivolse allo stesso Gesù una sua cara amica, Marta.

Lettore 2: Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42).

In quel tempo, Marta ospitò [Gesù e i discepoli] in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro, ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi del Signore e stava ad ascoltare quel che diceva. Allora Marta si fece avanti e disse: “Signore, non ti importa che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille di aiutarmi!”.

Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose! Una sola cosa è necessaria”.

Lc 10,38-42

Lettore 1: Al di là delle dinamiche familiari tra Marta e sua sorella Maria, questo brano ci propone una domanda che sicuramente tutti abbiamo rivolto almeno una volta a Dio: «Signore, non ti importa che mi abbiano lasciato solo? Non ti importa lasciarmi solo?». Infatti, spesso non mettiamo in dubbio l’esistenza di Dio, ma la sua presenza nelle nostre vite e il suo interesse per noi.

Lettore 2: Gesù amava Marta e i suoi fratelli. Come avrebbe potuto disinteressarsi di loro? Piuttosto, spiega, Marta si è riempita di tali e tante cose da fare che ha perso di vista l’unica vera cosa importante. Quale?

Beh, ci abbiamo pensato durante il confinamento?

Segno: Ciascuno appende a un cartellone un foglietto a forma di casa con una parola che riassuma la sua quarantena.

Se non è possibile la preghiera comunitaria, ciascuno prepari un foglietto a forma di casa da lasciare nella sua Bibbia, in corrispondenza di un passaggio letto durante il confinamento. Può essere una preoccupazione che affidiamo al Signore o un ringraziamento per una benedizione ricevuta o ancora un’aspirazione per trasformare quello che si è vissuto nel confinamento in un’opportunità.

Guida: Durante il confinamento non abbiamo potuto partecipare alla messa, né ricevere i sacramenti. Tuttavia, questo non significa che il Signore ci abbia lasciati senza la sua grazia.

Concludiamo questo momento di raccoglimento con la preghiera che ci ha accompagnati durante la quarantena: la preghiera di comunione spirituale.

A cori alterni:
Gesù, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.

Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

Come se fossi già venuto, io ti abbraccio e mi unisco a te; non permettere mai che mi separi da te.

Canto: Popoli tutti

di Annarita Leserri

Leggi, scarica, stampa da MC luglio 2020 sfogliabile.

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