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Maria, tra cristiani e musulmani

Prove di dialogo. Partendo da una figura femminile: Maria, madre di Gesù.

In Libano la festa dell’Annunciazione, il 25 marzo, è diventata ricorrenza nazionale, riconoscendo in Maria un legame tra i cristiani e i musulmani del paese.
Come spiega il professor Paolo Branca, docente di Islamistica all’Università Cattolica e incaricato del dialogo con l’Islam nel Servizio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo, infatti: «Maria è l’unica figura femminile nominata nel Corano. In particolare vi si trova l’annunciazione del concepimento miracoloso di Gesù, e viene detto che Maria e suo figlio sono gli unici esseri nati senza il “segno di Satana”».
Nel giorno di questa precisa ricorrenza anche a Milano si è deciso di riconoscere e valorizzare quel legame. E così è nata l’idea di un incontro tra studenti cristiani e musulmani, promosso dal Servizio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo in collaborazione con la Consulta diocesana di Pastorale Universitaria, presso la cappella della Vergine Annunciata dell’Università degli Studi di Milano. Questo incontro aspira a diventare un appuntamento annuale fra i credenti delle due fedi che convivono nella realtà milanese.
L’incontro è stato articolato attorno a due relazioni: una su «Maria nel Corano», a cura di Yahya Pallavicini, imam della moschea Al-Wahid di Milano, e l’altra su «La rappresentazione della Vergine nell’arte dei paesi islamici», della professoressa Livia Passalacqua, con la proiezione di dipinti della Vergine nei paesi islamici, particolarmente nella zona indo-pakistana e persiana. Al termine dei due interventi, attraverso tre testimonianze di donne delle tre religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), la figura di Maria è stata calata nell’esperienza quotidiana di fede e di vita, e sono state condivise buone pratiche di incontro tra le religioni, come i momenti di fraternità e amicizia raccontati e vissuti dalla comunità di Milano delle Piccole Sorelle di Gesù di Charles De Foucauld.
L’idea guida dell’incontro e dell’iniziativa è stata che possano essere proprio i giovani, opportunamente formati, a superare le divisioni, spesso dettate dall’ignoranza e dai pregiudizi.
Un altro percorso di questo tipo è la mostra Quando i valori prendono vita, realizzata negli stessi giorni, presso l’Università Cattolica, dal gruppo Swap (Share with all people), un’associazione studentesca formata da giovani di origine egiziana, copti e musulmani, che hanno voluto riflettere insieme sull’Egitto e sulle loro relazioni e reazioni alla cosiddetta Primavera Araba.

di Viviana Premazzi

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