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Ecologia integrale

Seconda scheda per animare gruppi sulla «Laudato si’»: strumenti per promuovere una sensibilità ecologica secondo una prospettiva missionaria.

Scena dal Kenya. Foto di Matteo Conti.

Ecco la seconda scheda per animare gruppi sull’enciclica del papa «Laudato si’»: suggerimenti e strumenti per promuovere una sensibilità ecologica secondo una prospettiva missionaria.
Nel primo incontro abbiamo scattato una foto della terra e riscoperto il «Vangelo della creazione».
Con questo secondo incontro approfondiamo l’ecologia integrale.

Per leggere la scheda n.1, clicca qui.
Per leggere la scheda n.3, clicca qui.

Durata dell’incontro: 2 ore circa
Destinatari: dai 14 anni
Materiale: cartelloni, fogli bianchi, scotch, matite, pennarelli, pc e proiettore, filmati.

INTRODUZIONE

Kenya. Foto di Matteo Conti.

Seguendo il metodo latinoamericano del «vedere, giudicare e agire», il papa ha affrontato l’ecologia a partire dalla realtà sociale del mondo, dall’ingiustizia del sistema economico vigente e dalla cultura dell’indifferenza che infesta l’umanità. Per questo è importante leggere l’enciclica Laudato si’ a partire dalla realtà dei poveri.
Leonardo Boff, teologo brasiliano, dice che neppure le Nazioni unite sono riuscite a sintetizzare così bene una proposta di «ecologia integrale».
Siamo invitati a rielaborare il nostro modo di vivere e di esprimere la fede nella direzione di un approccio liberatore, pluralista (cioè aperto alla collaborazione con altre tradizioni spirituali) e olistico (cioè capace di unire l’impegno per gli oppressi a una comunione effettiva e spirituale con l’universo).
Nel cuore della sua Enciclica il papa propone proprio l’ecologia integrale come nuovo paradigma di giustizia. Infatti, non possiamo «considerare la natura come qualcosa separato da noi o come una mera cornice della nostra vita» (LS 139): c’è un legame tra questioni ambientali e questioni sociali e umane che non può mai essere spezzato. Così «l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa» (LS 141). «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (LS 139).

COS’È ECOLOGIA
A ciascun ragazzo vengono consegnati un foglio bianco e alcune matite, o pennarelli. Chiedete di disegnare la prima cosa che la parola «ecologia» fa venire loro in mente. Raccogliete tutti i disegni, appendeteli a un cartellone e mettete il cartellone bene in vista.
Leggete i paragrafi 138 e 139 dell’enciclica e poi chiedete ai ragazzi quale fra i disegni si avvicina di più all’idea di ecologia proposta dal papa.
Infine discutete con i ragazzi del fatto che «ecologia» non significa solo natura, piante e animali, ma interrelazione tra l’ambiente naturale e le società che lo abitano.

Laudato si’
138. «L’ecologia studia le relazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente in cui si sviluppano. Essa esige anche di fermarsi a pensare e a discutere sulle condizioni di vita e di sopravvivenza di una società, con l’onestà di mettere in dubbio modelli di sviluppo, produzione e consumo. Non è superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto è connesso. Il tempo e lo spazio non sono tra loro indipendenti, e neppure gli atomi o le particelle subatomiche si possono considerare separatamente. Come i diversi componenti del pianeta – fisici, chimici e biologici – sono relazionati tra loro, così anche le specie viventi formano una rete che non finiamo mai di riconoscere e comprendere […]».
139. «Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. […]. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà. Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali».

ECOLOGIA DELLA VITA

Breve spiegazione frontale.
Il paragrafo dell’enciclica intitolato «Ecologia della vita quotidiana» mette in risalto l’influenza dell’ambiente sul nostro modo di vedere la vita, di sentire e di agire. E sottolinea che è necessario ascoltare il grido dei poveri e, a volte, prendere esempio da loro.

Laudato si’

Sao Paulo, Brasile. Foto di Chiara Giovetti.

147. «Nella nostra stanza, nella nostra casa, nel nostro luogo di lavoro e nel nostro quartiere facciamo uso dell’ambiente per esprimere la nostra identità. Ci sforziamo di adattarci all’ambiente, e quando esso è disordinato, caotico o saturo di inquinamento visivo e acustico, l’eccesso di stimoli mette alla prova i nostri tentativi di sviluppare un’identità integrata e felice».
148. «È ammirevole la creatività e la generosità di persone e gruppi che sono capaci di ribaltare i limiti dell’ambiente, modificando gli effetti avversi dei condizionamenti, e imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietà. Per esempio, in alcuni luoghi, dove le facciate degli edifici sono molto deteriorate, vi sono persone che curano con molta dignità l’interno delle loro abitazioni, o si sentono a loro agio per la cordialità e l’amicizia della gente. La vita sociale positiva e benefica degli abitanti diffonde luce in un ambiente a prima vista invivibile. A volte è encomiabile l’ecologia umana che riescono a sviluppare i poveri in mezzo a tante limitazioni. La sensazione di soffocamento prodotta […] dagli spazi ad alta densità abitativa, viene contrastata se si sviluppano relazioni umane di vicinanza e calore, se si creano comunità, se i limiti ambientali sono compensati nell’interiorità di ciascuna persona, che si sente inserita in una rete di comunione e di appartenenza. In tal modo, qualsiasi luogo smette di essere un inferno e diventa il contesto di una vita degna».
149. «[…] Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, l’esperienza quotidiana di passare dall’affollamento all’anonimato sociale che si vive nelle grandi città, può provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza. Tuttavia mi preme ribadire che l’amore è più forte. Tante persone, in queste condizioni, sono capaci di tessere legami di appartenenza e di convivenza che trasformano l’affollamento in un’esperienza comunitaria in cui si infrangono le pareti dell’io e si superano le barriere dell’egoismo. Questa esperienza di salvezza comunitaria è ciò che spesso suscita reazioni creative per migliorare un edificio o un quartiere».

UNO SGUARDO SUL MONDO

Vedute dello slum di Kibera, uno dei più estesi e popolati di Nairobi (Kenya) e forse dell’Africa. Foto di Chiara Giovetti.

Se avete la possibilità di far intervenire all’incontro un missionario introducete a questo punto il suo intervento. Altrimenti proiettate un filmato che mostri la quotidianità di una periferia del mondo1.
Dopo la testimonianza o il video, sollecitate uno scambio di opinioni, impressioni: in che modo l’ambiente ha condizionato la storia e le prospettive di vita dei protagonisti dei filmati o delle persone incontrate dal missionario?
Dopo di che date a ciascun ragazzo un foglio. Ogni ragazzo dovrà dividerlo in due con una linea verticale. Da una parte annoterà le cose che fa ora nella sua città e quelle che pensa di fare in un futuro prossimo. Dall’altra parte cosa potrebbe fare, e cosa potrebbe pensare di fare in un futuro prossimo se fosse nato in una situazione socio-ambientale simile a quelle viste nei video o ascoltate nel racconto del missionario.

OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

Deep Sea, slum di Nairobi, Kenya. Foto di Chiara Giovetti.

I paragrafi dal 150 al 155 della Laudato si’ riportano numerosi suggerimenti su come progettare città accoglienti. Il papa sembra voler indicare l’importanza dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg, Sustainable Development Goals) proposti dall’Onu e validi per il periodo 2015-2030 (unric.org).

Fate una breve spiegazione frontale per confrontare il testo del papa con l’obiettivo numero 11: «Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili».

BENE COMUNE E GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI
Il papa termina il capitolo 4 della sua enciclica parlando di bene comune e di giustizia tra generazioni (LS 156 – 161).
Dividete i ragazzi in 7 gruppi e a ciascun gruppo distribuite la fotocopia di uno dei paragrafi dal 156 al 161. Ciascun gruppo leggerà il proprio testo e riporterà cinque parole che contraddistinguono il paragrafo su cinque fogli, una per ciascun foglio. Distribuite le parole sul pavimento e, con una musica adeguata di sottofondo, fate camminare i ragazzi attorno a esse. Ogni ragazzo raccoglierà la parola che, secondo lui, riassume meglio l’incontro. Se c’è tempo, si può far motivare la scelta a qualcuno. Le parole saranno utili per l’appuntamento successivo (la prossima puntata di Amicomondo, ndr) in cui si scopriranno gli ultimi due capitoli dell’enciclica: i consigli per prendersi cura del bene comune.

Chiara Viganò

Note:

1- Suggerimenti di video:

• Campososta, durata 8’, la vita di una famiglia in un campo rom a Roma, reperibile sul canale zalabTV di Youtube.
• Una vita a Korogocho – Documentario sulla vita di un disabile nella periferia di Nairobi, video reperibile sul canale 24 fotogrammi di Youtube.
• Container 158, durata 62’, vita quotidiana in un campo rom a Roma, info su www.zalab.org.
• Magari le cose cambiano, durata 63’, la vita alla periferia di Roma, info su www.zalab.org.
• All the invisible children, film in 7 episodi del 2005.

Di Chiara Vigano’

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Chiara Vigano

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