Ecco il primo di tre schemi d’incontro per animare gruppi giovanili a partire dall’esortazione apostolica di papa Francesco, «Christus vivit».
Tema: amore e missione.
Obiettivo: far percorrere ai giovani la parabola dell’amore di Dio verso ciascuno di noi. Amati, siamo chiamati ad amare a nostra volta il prossimo.
Durata dell’incontro: mezza giornata.
Destinatari: dai 17 anni in su.
Materiale: proiettore, PC, immagini, cartelloni, pennarelli.
La lettura del capitolo 4 dell’esortazione apostolica di papa Francesco Christus vivit, intitolato «Il grande annuncio per tutti i giovani», aiuta a ripercorrere la parabola dell’amore di Dio verso ciascuno: amati, siamo chiamati ad amare a nostra volta.
Introduzione
Dopo un momento di accoglienza e saluti e di eventuale presentazione dei partecipanti, nel caso non si conoscano tra loro, l’animatore inizia l’incontro chiedendo un sinonimo di «amore». Scrive le parole su un cartellone, o una presentazione digitale proiettata. Poi legge il brano del giovane ricco dal Vangelo di Marco (10,17-22).
L’animatore può presentare il testo con una drammatizzazione o un video (ad esempio su Youtube: «Il giovane ricco versione moderna»).
Il «tale» del brano di Marco era uno che si considerava «a posto». Eppure era in ricerca (forse gli mancava qualcosa, o si sentiva un po’ vuoto). Non sappiamo molto di lui, se non che rispettava i comandamenti fin da piccolo e che a un certo punto vide Gesù e gli corse incontro. Gesù lo accolse, lo ascoltò, fissò lo sguardo su di lui e lo amò. Lo ascoltò con profondità, gli fece delle domande dalle quali scaturì un dialogo. Chi si sente accolto e ascoltato, si sente amato, ma evidentemente questo «tale» non si sentì abbastanza amato da Gesù e se ne andò.
Prima parte: un Dio che è amore
L’animatore può far riflettere i giovani sulla bellezza dell’amore di Dio a partire da alcune frasi bibliche: ne consegna una a testa e, lasciando un tempo personale per leggerla e interiorizzarla, poi le legge tutte.
Isaia 43,4: «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo…»;
Isaia 41,10: «Non temere, perché io sono con te…»:
Isaia 49,15: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai».
Isaia 49,16: «Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato».
Geremia 31,3: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele».
Dinamica. L’animatore divide i giovani in gruppetti e chiede loro in che modo si può esprimere a una persona il proprio amore, il proprio affetto. Questa persona può essere un familiare, un amico, il fidanzato, un conoscente, uno sconosciuto, ecc. Per agevolare la condivisione all’interno dei gruppi l’animatore consegna un paio di domande guida, poi ascolta le diverse opinioni in plenaria, chiedendo che ogni gruppo presenti la sintesi in modo creativo (con un cartellone, uno sketch, ecc.).
Ci sono tanti modi per esprimere l’amore, e ogni persona ha un suo modo peculiare. Attraverso un video, l’animatore può suggerire che uno dei tanti modi in cui si può amare è quello del prendersi cura (su Youtube: «Amare è prendersi cura»).
Tutto questo e molto altro fa Dio nei nostri confronti. Lui ci ama gratis e da sempre, in mille modi, da prima che ci formassimo nel grembo materno, così come siamo. Per Lui siamo davvero preziosi e importantissimi, siamo opera delle sue mani.
Papa Francesco dice che dobbiamo avere fiducia che Dio si ricorda sempre di noi: la sua memoria non è un «disco rigido» che registra e archivia tutti i nostri dati, la sua memoria è un cuore tenero di compassione, che gioisce nel cancellare ogni traccia di male che è in noi. Non tiene mai conto dei nostri errori e, in ogni caso, ci aiuta anche a imparare dalle cadute.
Storia di Luce Chiara Badano. L’animatore racconta l’esperienza di vita della giovane Chiara Luce Badano che, sentendosi molto amata da Dio, ha sempre desiderato amare a sua volta, rispondendo a quell’amore e mettendosi al servizio degli altri. La sua vita è stata purtroppo breve, ma piena di amore. Sul web si trova molto materiale su di lei. Suggeriamo questo video: «La storia di Chiara “Luce” Badano».
Seconda parte: Cristo ti salva
Dinamica del fotolinguaggio. L’animatore mostra ai giovani alcune immagini (scaricate da internet, oppure ritagli di giornale) che rappresentano diverse scene di incontri. Il loro numero deve essere superiore al numero dei partecipanti.
L’animatore chiede che ciascuno si identifichi con un’immagine, che scelga quella che lo colpisce di più e ne spieghi il motivo.
Anche Gesù ci vuole incontrare. Ci viene incontro ogni giorno, in ogni momento, e aspetta il nostro sì. Per amore, Lui ha dato se stesso per noi, fino alla fine, fino alla croce per salvarci. Le sue braccia aperte sulla croce sono il segno più prezioso di un amico capace di arrivare fino all’estremo: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1).
Il suo amore, che è sempre un amore di sua iniziativa – cioè che Lui dona per primo -, ha dato e dà tutto per noi. Gesù ci perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Egli ci invita ad alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che può restituirci la gioia. Così dice la Christus Vivit al numero 123: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo».
Terza parte: Egli vive
Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, ci trasforma, ci guarisce e ci conforta, è qualcuno che vive. È Cristo risorto, pieno di vitalità e presente sempre con noi e in mezzo a noi. Se Egli vive, allora davvero potrà essere sempre presente nelle nostre vite, per riempirle di luce. Anche se tutti se ne andassero, Egli sarà lì, come ha promesso: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Egli è venuto per darti la vita, «e la vita in abbondanza» (Gv 10,10).
Dice il numero 129 della Christus vivit: «Se riesci ad apprezzare con il cuore la bellezza di questo annuncio e a lasciarti incontrare dal Signore, se ti lasci amare e salvare da Lui, se entri in amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose concrete della tua vita, questa sarà la grande esperienza, sarà l’esperienza fondamentale che sosterrà la tua vita cristiana. Questa è anche l’esperienza che potrai comunicare ad altri giovani. Perché all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
Gesù è vivo e ci vuole vivi, pieni di vita, gioiosi e realizzati nel nostro quotidiano e verso tutti.
Si possono prendere degli spunti dal video di don Alberto Ravagnani, cercando su Youtube «Come essere FELICE semplice ma vero» (meglio dal minuto 3’ 15’’).
Storie di vita. Agnel ha 16 anni, è un ragazzo ivoriano sveglio e intelligente. Questo fine settimana insieme a un gruppo di adolescenti della parrocchia Saint Laurent nella periferia poverissima di Yopougon, abbiamo visitato una baraccopoli della nostra zona (nel quartiere Yahossei) per aiutare i ragazzi ad accogliere i più poveri come fratelli da amare. Visitando il quartiere, Agnel è rimasto colpito dalla condizione in cui vive molta gente: sporcizia, fognature a cielo aperto, case di lamiera, legno e plastica.
C’erano dei bambini che giocavano a calcio vicino a dell’acqua sporca e spesso la palla finiva nell’acqua, ma era subito recuperata e rimessa sul campo.
Il giovane è rimasto scioccato e inorridito; si è promesso di finire gli studi presto e impegnarsi per cambiare la situazione della sua gente, lottando contro la povertà e offrendo ciò di cui quei ragazzi avevano bisogno per andarsene da quell’ambiente. «Me lo prometto – diceva -, le cose cambieranno!».
Anche attraverso le storie di giovani come Agnel e del loro impegno per gli altri, cogliamo l’amore di Dio per noi e per i più poveri in modo privilegiato (Testimonianza dalla città di Abidjan, quartiere Yopougon Koutè, Costa d’Avorio, parrocchia Saint Laurent).
Invito. Fare piccoli gesti e scelte di amore nel quotidiano, piccoli ma grandi gesti, verso chi ci sta vicino e ha bisogno di una mano; ma anche verso uno sconosciuto o chi è più lontano, chi ci sta antipatico, ecc. L’animatore può invitare i giovani anche a un amore che si fa preghiera, impegno sociale, scelte di bene, amore per la casa comune.
A questo punto si può vivere un momento di preghiera o di adorazione eucaristica, per sperimentare la forza dell’incontro con Gesù e chiedere il dono dello Spirito Santo che dà vita.
Si può anche riprendere la dinamica di accoglienza iniziale, in cui si era chiesto un sinonimo di amore, per farla diventare ora preghiera alla luce di quanto detto e sperimentato assieme, e attribuire questi e altri caratteri dell’amore a Dio.
Per concludere l’incontro alla fine della preghiera, cantare «Il canto dell’amore».
Preghiera finale
Donami l’umiltà
di togliermi le scarpe,
far volare più lente le mie ali,
spendere meno parole
per illuminare silenziosamente
i solchi già aperti del quotidiano
e far rinascere piccoli germogli.
Così ricorderò che una canzone
interrotta dall’emozione,
un pennello sospeso nell’aria,
hanno il valore
di un profondo inchino
fino al principio della vita
(Preghiera di don Luigi Verdi).
di Elena Salvagnin (Comunità missionaria di Villaregia)
Leggi, scarica, stampa da MC maggio 2022 sfogliabile.
Elena Salvagnin
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