Una proposta di preghiera (da vivere anche a distanza) per il tempo di Quaresima e per prepararci alla Pasqua con San Giuseppe.
Canto. O Dio Tu sei il mio Dio
Guida. Quest’anno proponiamo per la Quaresima una preghiera a San Giuseppe nota come «Le sette domeniche». La storia di questa semplice preghiera affonda le sue radici nel sedicesimo secolo e consiste nella lettura dei brani evangelici nei quali è presente il santo, dalla nascita all’adolescenza di Gesù: sette episodi che sono, allo stesso tempo, motivo di dolore e di gioia per il padre di Gesù.
Lettore 1. Di San Giuseppe «sappiamo che […] era un umile falegname, promesso sposo di Maria; un uomo giusto, sempre pronto a eseguire la volontà di Dio manifestata nella sua Legge e mediante ben quattro sogni. Dopo un lungo e faticoso viaggio da Nazaret a Betlemme, vide nascere il Messia in una stalla, perché altrove non c’era posto per loro. Fu testimone dell’adorazione dei pastori e dei Magi, che rappresentavano rispettivamente il popolo d’Israele e i popoli pagani. Ebbe il coraggio di assumere la paternità legale di Gesù, a cui impose il nome rivelato dall’Angelo. Nel Tempio, quaranta giorni dopo la nascita, Giuseppe offrì il bambino al Signore e ascoltò sorpreso la profezia che Simeone fece nei confronti di Gesù e di Maria. Per difendere Gesù da Erode, soggiornò da straniero in Egitto.
Ritornato in patria, visse nel nascondimento del piccolo e sconosciuto villaggio di Nazaret in Galilea, lontano da Betlemme, sua città natale, e da Gerusalemme, dove sorgeva il Tempio. Quando, proprio durante un pellegrinaggio a Gerusalemme, smarrirono Gesù dodicenne, lui e Maria lo cercarono angosciati e lo ritrovarono nel Tempio mentre discuteva con i dottori della Legge».
(Papa Francesco, Patris Corde)
Guida. Offriamo qui la prima tappa delle sette di questo cammino che, di domenica in domenica, potrà accompagnarci culminando nella domenica di Pasqua, quando leggeremo l’episodio del ritrovamento di Gesù nel tempio, simbolo della morte e resurrezione del Signore.
Lettore 2. Dal Vangelo secondo Matteo (1,18-24)
«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi”.
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa».
Lettore 1. Giuseppe è fortemente angustiato davanti all’incomprensibile gravidanza di Maria: non vuole «accusarla pubblicamente», ma non può far finta di niente. Quanto dev’essere stata dolorosa questa decisione! Quanto deve aver dubitato di se stesso, del suo destino, delle sue capacità. Tuttavia, «Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza».
(Patris Corde).
Lettore 2. Difatti, dal primo dolore di San Giuseppe deriva anche la sua prima gioia: l’annuncio dell’angelo in sogno. L’angelo aiuta il santo a dare senso ai suoi dubbi: san Giuseppe ha paura. Paura di non essere all’altezza di Maria, così vicina a Dio, così lontana da lui. Paura di non farcela. Ma l’angelo gli ricorda la sua identità: Giuseppe è discendente del grande re Davide. Per questo, non solo è degno di sposare Maria, ma avrà anche il compito di dare il nome a Gesù. Dare un nome a una persona o a una cosa presso i popoli antichi significava conseguirne l’appartenenza. In questo modo, Giuseppe sarà considerato legalmente il padre di Gesù, chiamato in tutti e quattro i Vangeli «il figlio di Giuseppe».
Segno. Ciascuno disegna o scrive una gioia e un dolore di questa settimana su un biglietto. Il segno si ripeterà per tutte le sette domeniche. Alla fine della Quaresima, riguardandoli, riconosceremo una relazione tra dolori e gioie.
Guida. Concludiamo questo momento di preghiera con l’impegno di camminare con san Giuseppe durante la Quaresima. Infatti, «tutti possono trovare in san Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà».
(Patris Corde).
Canto. Ti seguirò
Domenica 6 Marzo.
Primo dolore (Mt 1,19): il dubbio di Giuseppe.
Prima gioia (Mt 1,20): il messaggio dell’angelo.
Domenica 13 Marzo.
Secondo dolore (Lc 2,7): la povertà della nascita di Gesù.
Seconda gioia (Lc 2,10-11): la nascita del Salvatore.
Domenica 20 Marzo.
Terzo dolore (Lc 2,21): la circoncisione.
Terza gioia (Mt 1,25): il Nome di Gesù.
Domenica 27 Marzo.
Quarto dolore (Lc 2,34): la profezia di Simeone.
Quarta gioia (Lc 2,38): gli effetti della redenzione.
Domenica 3 Aprile.
Quinto dolore (Mt 2,14): la fuga in Egitto.
Quinta gioia (Isaia 19,1): il rovesciamento
degli idoli egiziani.
Domenica 10 Aprile. Palme.
Sesto dolore (Mt 2,22): il ritorno dall’Egitto.
Sesta gioia (Lc 2,39): la vita con Gesù e Maria a Nazareth.
Domenica 17 Aprile. Pasqua.
Settimo dolore (Lc 2,45): la perdita di Gesù.
Settima gioia (Lc 2,46): il ritrovamento di Gesù al Tempio.
di Annarita Leserri
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Annarita Leserri
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