Slow page dei Missionari della consolata

Signore, tu lavi i piedi a me?

Una traccia di preghiera per la Quaresima

Per questa preghiera sarà utile disporre di asciugamani, bacinelle, acqua e stracci per quella che eventualmente si versasse a terra.

Canto: Dove Tu sei.

Lettore 1: «La Quaresima è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Alla base di tutto c’è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. Attraverso questi strumenti, il digiuno, la preghiera e l’elemosina, siamo chiamati ad una vera e propria opera di conversione per ritornare a Dio con tutti noi stessi. L’ascolto della Parola che ha in sé la forza di orientare la nostra vita ci conduce a servire Cristo presente nei fratelli bisognosi, non solo i lontani, ma anche chi accanto a noi chiede attenzione, un sorriso, un abbraccio, un po’ del nostro tempo».

(papa Francesco)

Guida: Il tempo, una parola dal valore inestimabile. Nella vita di tutti noi, è frequente dire o sentire la frase: «Non ho tempo». Spesso è vero, perché la nostra è una vita piena di impegni e appuntamenti, frenetica. Ma a volte è anche una scusa. Quale miglior tempo della Quaresima ci viene offerto per riflettere e dedicare energie a noi, agli altri, a chi sta soffrendo e, infine, non per ordine di importanza, a Dio.
Dovremmo prendere l’abitudine di fare questo sempre, perché è un’occasione che ci fa crescere e interrogare sul senso della vita.

Lettore 2: Dal Vangelo secondo Giovanni (13,1-15).

Maestro Bertram di Minden, Lavanda dei piedi, Amburgo, 1380-90 ca.

«Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo”. Gli disse Pietro: “Tu non mi laverai i piedi in eterno!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: “Non tutti siete puri”. Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”».

Lettore 1: Il gesto che compie Gesù nei confronti dei discepoli durante l’Ultima Cena, prima di essere condannato a morte, era un atto caratteristico dell’ospitalità nel mondo antico, un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre. La Chiesa vede nella lavanda dei piedi un simbolo dell’Amore di Dio per le sue creature. Un gesto che riassume tutta la vita di Gesù, il quale «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). Il gesto che compie Gesù non è dunque da intendersi come un rituale di purificazione sullo stile di quelli giudaici, ma come una prefigurazione della purificazione che Egli attuerà con la Sua passione, morte e resurrezione in favore di coloro che Gli appartengono.
Lettore 2: «Nell’immagine della lavanda dei piedi Giovanni esprime che cosa ha plasmato in profondità tutta la vita di Gesù e che cosa egli vorrebbe ancora comunicare ai discepoli nell’ultima cena. Egli ha guarito i malati, si è piegato colmo di amore sulle ferite che gli uomini nascondono di fronte a se stessi e agli altri. La lavanda dei piedi ne è la dimostrazione più evidente. Gesù s’inginocchia per toccare e guarire il punto ferito in modo più grave, i nostri piedi che sono diventati sporchi per la polvere della terra, che sono insignificanti, sudici, feriti dalle spine e dai cocci che s’incontrano sulla strada. […] Egli si china su di noi con le nostre ferite e le nostre offese, s’inginocchia per toccarci i piedi, sporchi a causa delle strade polverose della nostra vita quotidiana. Egli ci tocca con amore e ci lava via la sporcizia».

(Anselm Grun)

Segno: i partecipanti si dividono in coppie e, in silenzio, accompagnati da un sottofondo musicale, ciascuno lava i piedi al proprio compagno e se li lascia lavare.

Guida: L’esperienza della lavanda dei piedi ci fa sperimentare cos’è l’accoglienza incondizionata. Nel silenzio, affidare la propria persona nelle mani dell’altro, liberi anche dalle parole che possono generare equivoci. Solo mani che toccano e piedi che si lasciano toccare.

Ciascuno scrive in forma anonima su un foglietto un grazie, una preghiera, una richiesta di perdono che nasce dal gesto appena vissuto della lavanda dei piedi.
I foglietti verranno raccolti in una cesta e poi letti da due voci. Ogni due preghiere lette si canta il canone di Taizé.

Canto: Misericordias domini.

Tutti: Adorando insieme la croce, segno della nostra salvezza,
chiediamo umilmente perdono per noi,
per le colpe di cui noi ci siamo macchiati;
chiediamo perdono anche a nome di tutti coloro che non sono qui
e non sanno chiedere perdono al Signore per le loro colpe.
Essi non sanno di quanta gioia e di quanta pace
il loro cuore sarebbe pieno se sapessero farlo.
Chiediamo perdono a nome di tutta l’umanità,
del tanto male commesso dall’uomo contro l’uomo,
del tanto male commesso dall’uomo contro il Figlio di Dio, contro il salvatore Gesù,
contro il profeta che portava parole di amore.
E mettiamo la nostra vita nelle mani del crocifisso
perché egli, redentore buono, redima e salvi il nostro mondo,
redima e salvi la nostra vita col conforto del suo perdono.

(Carlo Maria Martini)

Padre Nostro

Canto: Ecco la strada.

di Valeria Abbracciavento

Leggilo, scaricalo, stampalo da MC marzo 2018 sfogliabile.

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