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Messico difficile

Il Messico e le sue sfide. Ecco il contesto nel quale si inserisce la missione di padre Alessandro Conti e dell’Imc nel grande paese centramericano: essere presenza nelle periferie esistenziali.

PROGETTO: Un mattone per la missione

Padre Alessandro, puoi dirci due parole sul Messico per capire in quale contesto s’inserisce il vostro progetto di presenza tra la gente?
«Ci troviamo nella zona metropolitana di Guadalajara, capitale dello stato di Jalisco, nel Messico centroccidentale, che ha una popolazione di 6-7 milioni di persone. Una città con tutti i problemi delle metropoli. Purtroppo è molto forte la presenza dei narcos. Non è molto vistosa, però c’è e si sente: ogni tanto ci sono dei morti. Qualche mese fa, in occasione dell’arresto di un elemento importante della loro organizzazione, hanno fatto un “bloqueo”, cioè hanno bruciato camion e autobus per impedire l’ingresso in città. I narcos hanno voluto mostrare la loro forza. Sono in aumento i sequestri di persona, soprattutto nelle classi medio alte. Un altro problema è quello abitativo: molti vivono in baracche addossate le une alle altre. In tutto il Messico è forte il contrasto tra la ricchezza sfacciata e la povertà. La gente lavora tanto ma non viene pagata adeguatamente. Il sindacato è debole e a volte corrotto. I ricchi vivono in quartieri chiusi, vigilati, in case di 500 metri quadrati con 3 o 4 auto di lusso.
Ultimamente si sta abbassando l’indice di natalità, ma normalmente una famiglia ha quattro figli. In zona rurale le persone se la cavano con un piccolo campo che aiuta ad arrotondare, ma in città le famiglie non hanno niente. Anche il problema delle migrazioni è molto forte: tutte le famiglie che conosciamo hanno almeno uno o due membri negli Usa. Spesso però vanno senza documenti, quindi non possono tornare a casa, e questo provoca un deterioramento delle relazioni famigliari. Una donna non vede il suo sposo e i figli il loro papà per 5, 10 anni. Il rischio è che queste persone alla fine si trovino con due famiglie: una negli Usa e una in Messico. Poi c’è il problema delle migrazioni verso il Messico da tutto il centro America. I messicani sono maltrattati negli Usa, però a loro volta, nel Sud, maltrattano i centroamericani che arrivano da Honduras, El Salvador, Guatemala. Al confine Sud c’è traffico di persone: donne e ragazze che arrivano come clandestine vengono violate e poi vendute per la prostituzione. Nelle migrazioni molti muoiono lungo il cammino. Chi lavora per aiutare i migranti, spesso viene minacciato dai narcos. Questa è certamente una sfida missionaria».

Luca Lorusso

di Luca Lorusso

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