Slow page dei Missionari della consolata

Un nuovo stile di consumo

Il consumo fa di noi attori protagonisti della vita economica, fino a essere considerati prima consumatori e poi persone.
Schema per organizzare uno o più incontri sul tema del consumo e della sobrietà.

INTRODUZIONE
Il consumo rappresenta una componente molto rilevante della nostra esistenza. Basti pensare a tutti i nostri bisogni, reali e indotti, e alla quantità di energia che investiamo per procurarci il necessario per soddisfarli. Inoltre, insieme al lavoro, il consumo fa di noi degli attori protagonisti della vita economica, fino a essere considerati, spesso, prima consumatori e poi persone.
Il consumo non è un fenomeno che si esaurisce nel semplice atto privato di acquistare un determinato prodotto, ma è un anello di una lunga catena di eventi legati alla storia e alla geografia del prodotto e del suo ciclo produttivo. Nell’era della globalizzazione, consumare è un fatto di ampia portata, che comporta problematiche sociali e ambientali di natura planetaria. Per questa ragione, dal momento in cui diventiamo consapevoli della ricaduta globale del «banale» gesto di acquistare un oggetto, il consumo entra a far parte di uno stile di vita responsabile.
Nella nostra decisione di quanto consumare e cosa consumare è insito un grande potere. Conosciamolo e usiamolo.

Obiettivi:
• riconoscere la rilevanza dell’esperienza del consumo nella vita di ciascuno;
• scoprire le conseguenze negative che un consumo acritico ha sul Sud del mondo e sulla vita dei consumatori stessi;
• comprendere la possibilità concreta di uno stile di vita improntato alla sobrietà, alla responsabilità e, in ultima analisi, alla felicità.
Destinatari: ragazzi dai 10 anni in sù.
Spazi: ampi.
Durata: gli spunti proposti in questa puntata possono essere utilizzati per organizzare un incontro di due ore, oppure per incontri più lunghi, anche di diverse giornate, a seconda delle esigenze e delle capacità di approfondimento degli animatori.

PAROLRE CHIAVE
¬ Sobrietà: come modo di essere, come stile di vita. È la capacità di distinguere i bisogni reali da quelli accessori, o addirittura superflui, per dare il giusto peso alle esigenze spirituali e affettive, a quelle intellettuali e relazionali. È la ricerca dell’essenziale, del sufficiente, del senso della sazietà, la sola che permette di ridistribuire beni e risorse in modo equo a tutti.
¬ Consumo critico: è uno strumento nelle mani del consumatore per condizionare l’andamento delle vendite. Consiste nello scegliere quotidianamente cosa acquistare e cosa scartare sulla base di due criteri: la storia del prodotto e il comportamento della società produttrice. È un’impostazione che non richiede sacrifici, ma capacità di informazione e di selezione.
¬ Ambiente: la quantità di beni prodotti, utile a mantenere l’attuale tenore di vita in occidente, sta causando un disastro ambientale allarmante. Dall’abuso di materie prime ai trasporti, dall’eccessivo uso di fonti energetiche al grave problema dei rifiuti.
¬ Relazioni: la frenesia con cui rincorriamo gli oggetti materiali del nostro desiderio modifica sensibilmente il nostro sistema relazionale e, senza che ce ne accorgiamo, altera la gerarchia dei nostri valori. Una mentalità consumistica impregna di sé anche i rapporti umani. È necessario recuperare una giusta relazione con le cose, sperimentare la libertà di scegliere autonomamente cosa e quanto comprare.

RIFERIMENTI BIBLICI
Suggeriamo qui alcuni brani biblici tra i molti possibili su cui riflettere.
Matteo 6,19-21.31-34: «dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. […] Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».
Luca 3,10-14: «chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto».
At 4,34-35: condivisione dei beni nella prima comunità.
Rm 12,2: «non conformatevi alla mentalità del mondo».

DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Dal compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (359)
L’utilizzo del proprio potere d’acquisto va esercitato nel contesto delle esigenze morali della giustizia e della solidarietà e di precise responsabilità sociali: non bisogna dimenticare «il dovere della carità, cioè il dovere di sovvenire col proprio “superfluo” e, talvolta, anche col proprio “necessario” per dare ciò che è indispensabile alla vita del povero». Tale responsabilità conferisce ai consumatori la possibilità di indirizzare, grazie alla maggiore circolazione delle informazioni, il comportamento dei produttori, mediante la decisione – individuale o collettiva – di preferire i prodotti di alcune imprese anziché di altre, tenendo conto non solo dei prezzi e della qualità dei prodotti, ma anche dell’esistenza di corrette condizioni di lavoro nelle imprese, nonché del grado di tutela assicurato per l’ambiente naturale che lo circonda.
Altri riferimenti.
Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, capitolo settimo: la vita economica.
Gaudium et Spes 69: destinazione universale dei beni.
Populorum Progressio 14: visione cristiana dello sviluppo.
Sollicitudo Rei Socialis 39: solidarietà e responsabilità.
Centesimus Annus 36: consumo responsabile e potere di scelta.
Centesimus Annus 58: necessità di modificare gli stili di vita.

DOMANDE PER LA RIFLESSIONE
⎫    Avete già avuto modo di riflettere sulle conseguenze che i nostri consumi hanno sul mondo? Quali aspetti in particolare sentite più vicini alla vostra situazione attuale?
⎫    Il Vangelo ci chiede sobrietà e condivisione: quali condizionamenti ci impediscono di vivere questi valori?
⎫    Da quali scelte concrete possiamo partire, personalmente e comunitariamente, per essere segni visibili di una coscienza che cresce?
AZIONI POSSIBILI
Azioni individuali
• Consumare verdura e frutta di stagione.
• Evitare beni usa e getta.
• Adottare una borsa di stoffa per la spesa.
• Scambiare i libri e i giochi anziché acquistarne di nuovi.
• Evitare lo shopping festivo.
• Consumare prodotti della propria regione.
La filiera corta permette di acquistare generi alimentari direttamente dai produttori; essa si basa sul rapporto diretto fra chi produce e chi consuma. I vantaggi sono molteplici: in primo luogo l’eliminazione di passaggi quali confezionamento, imballaggio e trasporto (procedure che comportano inquinamento e sovrapprezzo), l’opportunità di un confronto diretto con il produttore che riesce a vendere prodotti unici caratterizzati ad esempio da trattamento esclusivamente biologico, infine il legame con il territorio, il rispetto dell’ambiente, la sicurezza che il prodotto arrivi direttamente dai campi, il tutto a costi più che ragionevoli.
• Partecipare a un Gruppo di acquisto solidale (Gas).
Un Gas è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune che rispettino precisi criteri sociali e ambientali. Ogni Gas nasce per motivazioni proprie, spesso però alla base vi è una critica profonda verso il modello di consumo e di economia globale imperante, insieme alla ricerca di una alternativa praticabile da subito. Il gruppo aiuta a non sentirsi soli nella propria critica al consumismo, a scambiarsi esperienze e appoggio, a verificare le proprie scelte.
• Partecipare a un Gruppo di acquisto collettivo (Gac).
L’obiettivo è di ottenere un risparmio in termini sia economici per i consumatori, che collettivi, per il suo ridotto impatto ambientale. Si vuole inoltre rendere accessibile a tutti l’acquisto di prodotti biologici e si intende promuovere una cultura familiare del risparmio e del gusto.
• Aderire alla Campagna Bilanci di Giustizia.
Obiettivo principale della campagna è sperimentare la possibilità di ridurre i consumi di beni dannosi per salute, ambiente, e popolazioni del Sud del mondo, e «spostare» i risparmi verso prodotti sani, che non incidano negativamente sulle risorse naturali e che riducono i meccanismi di sfruttamento nelle regioni povere del pianeta, o verso il finanziamento di progetti sociali e solidali.
• Praticare l’autoproduzione.
È economico ed ecologico. E dà la soddisfazione di produrre con le proprie mani ciò di cui si ha bisogno.
• Acquistare nei negozi del Commercio equo e solidale.
Con commercio equo (fair trade in inglese), si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l’obiettivo primario non è soltanto la massimizzazione del profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali.
È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di far crescere aziende economicamente sane e di garantire ai produttori e ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso. In questo si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento applicate, ad esempio, da diverse aziende multinazionali che agiscono esclusivamente nell’ottica del profitto.
• Boicottare. Non acquistare i prodotti di una determinata azienda produttrice fino a quando quest’ultima non abbandona comportamenti di sfruttamento, di ingiustizia sociale o di inquinamento ambientale.
Azioni collettive
• Organizzare incontri formativi con esperti.
• Organizzare un banchetto parrocchiale con prodotti del commercio equo.
• Far nascere Gas o Gac.

BIBLIOGRAFIA
Libri
• Centro Nuovo Modello di sviluppo, Guida al consumo critico, 6^ ed., Emi, Bologna 2011.
• Centro Nuovo Modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.
• Centro Nuovo Modello di sviluppo, Lettera a un consumatore del Nord, Emi, 1990.
• Massimiliano Lepratti, L’economia è semplice. I meccanismi economici mondiali e il loro impatto sociale, Emi, Bologna 2008.
• Andrea Segré, Elogio dello –spr+eco. Formule per una società sufficiente, Emi, Bologna 2008.
• Zygmunt Bauman, L’etica in un mondo di consumatori, Edizioni Laterza, 2010.
• Zygmunt Bauman, Consumo, dunque sono, Edizioni Laterza, 2008.
• Serge Latouche, Il pensiero creativo contro l’economia dell’assurdo, Emi, Bologna 2002.
• Maurizio Pallante, La decrescita felice. La qualità della vita non dipende dal Pil, Edizioni per la Decrescita felice, 2005-2009.
• Guido Gatti, Questioni di etica dell’economia, LAS, 1997.
• Giannino Piana, Efficienza e solidarietà: l’etica economica nel contesto della globalizzazione, Effatà, 2009.
• Andrea Saroldi, Gruppi di acquisto solidali: guida al consumo locale, Emi, 2001.
Riviste
• Altreconomia.
• Valori.
Siti
www.altraeconomia.it
www.valori.it
www.altromercato.it
www.equo.it
www.equonline.com
www.bilancidigiustizia.it
www.retegas.org
www.terre.it
www.effettoterra.org
 

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