Slow page dei Missionari della consolata

In quel timbro di voce, la pace

Era notte oramai. Dopo un’intera giornata di subbuglio, erano tutti riuniti a parlare del Signore risorto. Veramente era apparso a Simone. Veramente aveva camminato con i due di Emmaus. E ora stava lì, di fronte a loro, con il suo timbro di voce risorta vibrante di pace. «Pace a voi!». Quella pace che è l’unione nuziale definitiva tra l’eterno e il temporaneo, tra il Creatore e la creatura.
Era notte oramai. Avevano vissuto già tutto un giro di sole, dall’alba al tramonto, con la notizia della vita risorta nel cuore. E ora erano stanchi e turbati. E increduli ancora… increduli di gioia, di troppa meraviglia.
E il Signore ripete l’esercizio d’incarnazione. Non di fantasmi, né di prodigi magici e taumaturgici si tratta. Ma di vita. Come quella di un piccolo di tre chili attaccato al seno della sua mamma, al riparo di una stalla, come quella di un uomo che prende una porzione di pesce arrostito per portarla ai denti, alla gola, allo stomaco.

La salvezza è nella storia. Non un’idea, né un ideale, tanto meno un’ideologia.
Non un procedimento esoterico, per iniziati, con bilance e bilancini per soppesare meriti e castighi, dottrine e livelli di conformità.
La salvezza è semplice. E la missione altrettanto. È il Suo sguardo d’amore su tutti e su tutto.
La pace è già realizzata e possibile ogni giorno. È l’unità compiuta tra la vita concreta e la nostra identità più profonda.
Iniziamo il cammino del nuovo anno con questa semplicità. Con questa pace semplice. Dopo aver camminato e lottato lo scorso anno, sperato e disperato, dopo aver corso verso un sepolcro in cerca di un corpo e aver trovato una bocca che pronunciava il
nostro nome. Dopo aver «capito tutto» (o almeno intuito qualcosa) alla Sua presenza, e nella fraternità del confronto con i compagni di strada, apriamo il cammino inedito che ci sta davanti nel segno della pace, in questo mese dedicato a essa, e nel segno della «cultura dell’incontro» e della globalizzazione della fraternità, come suggerisce papa Francesco.
Buon 2014.
E buona pace da amico.

di Luca Lorusso

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