Slow page dei Missionari della consolata

I Giovani Musulmani e il territorio torinese

Storie di crescita, di impatto “reciproco” e prospettive future.

Lunedì 18 novembre presso il Circolo dei Lettori di Torino si è svolta la Conferenza Stampa di Presentazione della Quarta edizione del Festival Giovani Musulmani del Nord Ovest.
Il Festival si è svolto dal 23 al 30 novembre e prevedeva un programma ricchissimo di occasioni di scambio, incontro e confronto tra l’associazione dei Giovani Musulmani Italiani e la città di Torino.

La conferenza stampa si è configurata come una Tavola Rotonda che ha coinvolto soggetti diversi, che nel corso degli anni hanno seguito l’evolversi dell’associazione e della sua presenza in città. Alla tavola rotonda hanno partecipato, oltre alla sottoscritta, in qualità di ricercatrice, l’assessore alle Politiche per l’Integrazione, Ilda Curti, l’assessore allo sport Stefano Gallo, il regista teatrale, Alessandro Galli e il responsabile della programmazione di Torino Spiritualità, Armando Buonaiuto. La tavola rotonda è stata coordinata dal responsabile dei progetto dei GMI, Khaled El Sadat.

L’associazione Giovani Musulmani d’Italia è stata fondata nel 2001 dopo gli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre con l’intento di contrastare il crescente discorso “islamofobo” nei media e ha oggi sezioni in diverse città italiane, tra cui Torino. L’11 settembre e gli eventi che sono seguiti hanno causato un’impennata di orgoglio tra i giovani musulmani costringendoli a difendere la loro religione e a impegnarsi per  la costruzione di una comunità più coesa. Di fronte a ciò che percepivano come un attacco contro di loro, in particolare da parte dei media, hanno reagito aumentando il loro impegno e mostrando in pubblico la loro appartenenza religiosa, anche, appunto, attraverso la creazione di associazioni. Scopo dell’organizzazione era inizialmente quello di mostrare una diversa immagine del mondo musulmano, contrastare i pregiudizi contro l’Islam e offrire ai giovani musulmani l’opportunità di incontrarsi e formarsi.

La sezione torinese dell’associazione non si è, però, fermata alla riflessione sulla propria identità e alla creazione di un gruppo coeso, ma è passata a un’azione a più ampio raggio che non riguardasse più solo i musulmani, ma l’intera società: l’impegno, da interno alla comunità musulmana e rivendicativo in tema di diritti, è diventato maggiormente propositivo e collaborativo nella costruzione di una “nuova società italiana”. Superato il passo dell’aver definito il “chi siamo” ora l’associazione cerca di rispondere alla domanda “cosa possiamo fare” in relazione al contesto sociale in cui è inserita. Proprio per questo, a Torino, propongono e partecipano ad attività per farsi conoscere dalla città, come è il caso del Festival Giovani Musulmani, e in progetti per la formazione al dialogo interreligioso.

Non mancano, però, alcuni aspetti critici, discussi nel corso della tavola rotonda e di cui i Giovani Musulmani sembrano comunque ben consapevoli: il rischio del gruppo di sostenere ma anche di ghettizzare, il confronto con le prime generazioni rispetto a scelte sempre più individuali e consapevoli; il passaggio da una religione (e da pratiche) ereditata, a una religione (e a delle pratiche) scelta in maniera autonoma.
Queste sono alcune questioni aperte che sono state poste sul tavolo in un momento di celebrazione dei passi in avanti fatti, di bilancio, ma anche di autocritica e a cui presto l’associazione sarà chiamata a trovare una risposta.

La strada è lunga, i passi fatti sono già stati molti, il bilancio è in attivo e la festa è stata un’ulteriore prova dell’arricchimento che i Giovani Musulmani d’Italia, nel confronto costruttivo quotidiano, stanno portando alla città di Torino.

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/FGMTorino.

di Viviana Premazzi

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