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Via Crucis dei martiri

Per aver difeso – fino al dono totale della vita – la giustizia e i diritti umani, in nome del Vangelo o semplicemente a motivo del loro condividere senza barriere la sofferenza dell’altro.
Sono i martiri, uomini e donne, di ogni epoca. Anche del nostro tempo. Ognuno di loro ci fa rivivere una stazione della ininterrotta via crucis di un Dio immerso, senza sconti, nella storia umana.

Le stazioni della Via Crucis commentate da un autorevole biblista e attualizzate con le testimonianze di martiri della fede e della giustizia di ieri e di oggi.

 

Autori: Maggioni Bruno, Fazzini Gerolamo
• Maggioni Bruno – Biblista, tra i più conosciuti in Italia, insegna teologia all’Università cattolica di Milano ed è autore di numerose opere tra cui "Al pozzo della parola" (Ancora, 2008-2010) e, per l’Emi, "Dio ha tanto amato il mondo" (2012).
• Fazzini Gerolamo – Giornalista, è direttore di "Mondo e Missione" e autore di diversi libri tra cui "Lo scandalo del martirio" (Ancora, 2006) e "Il libro rosso dei martiri cinesi" (S. Paolo, 2008).

anno: 2013
formato: 10,5×16,5
pagg. 64
euro 2,90

PRESENTAZIONE

Per il cristiano la croce non è un optional o, al più, un mero ornamento da portare al collo o col quale decorare le chiese. La "via della croce" che Gesù ha voluto intraprendere per donarsi all’umanità e redimerla è la strada – non una delle tante possibili – per realizzare una vita autenticamente evangelica.
Per questo motivo la "via crucis" che in Quaresima la Chiesa ripropone ai fedeli è ben più che una pia pratica tradizionale. Ma affinché torni a parlare al cristiano di oggi occorre che sia liberata da ogni incrostazione di dolorismo, per riscoprirne il senso profondo e la sua valenza mistagogica, ossia la sua capacità di introdurci al mistero della passione, morte e resurrezione di Cristo, evento-cardine della fede cristiana.
Abbiamo scelto di farci accompagnare, sulla via che da Gerusalemme sale al Golgota, da alcuni testimoni della fede di oggi, che veneriamo – ancorché in forma non canonica – come "martiri", ossia come persone che, sull’esempio di Gesù, hanno accettato di compiere la volontà del Padre fino al dono supremo: la vita.
Questo infatti – e non altro – significa "martirio": dono di sé, per amore del Vangelo. Dono totale. Libero e gratuito.
Contrariamente a quanto lasciano supporre talune deformate letture in circolazione, il martire non cerca la morte, ma ama la vita. Ama ancora di più, però, quel Dio che l’ha chiamato alla vita e che lo chiama a rendere ragione della speranza che è in lui in modo misteriosamente esigente. Lo spiegava molto efficacemente mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano in Algeria, ucciso il 1º agosto 1996: «Il mistero di Pasqua ci obbliga a guardare in faccia la realtà della morte di Gesù e della nostra, e a rendere conto delle nostre ragioni di affrontarla. Così facendo, noi aggiorniamo le nostre ragioni di vita. Gesù non ha cercato la morte. Però non ha voluto fuggirla, perché probabilmente credeva che la fedeltà agli impegni contratti col Padre e per la venuta del suo Regno era più importante della sua paura di morire».

di EMI – Editrice Missionaria Italiana

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