Slow page dei Missionari della consolata

Il cammino della pace

Per gennaio, mese dedicato alla pace, proponiamo un collage di testi liberamente tratti dagli scritti di uno dei profeti della Pace del nostro tempo, scomparso poco meno di due decenni fa: don Tonino Bello. Una traccia di preghiera che invita al cammino, spesso scomodo, della giustizia, della comunione, del perdono…

L1: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)

Guida: Non siamo abituati a legare il termine “pace” a concetti dinamici. Consuete sono espressioni come: “ sta seduto in pace”, “legge in pace”. La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. La pace invece è una conquista, il prodotto di un impegno. Richiede lotta, sofferenza, tenacia. Non tollera atteggiamenti sedentari. La pace è CAMMINO. E per giunta, cammino in salita. E sarà beato, perché operatore di pace, non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito. Ma chi parte. La strada è lunga. Ma non esiste che un solo mezzo per sapere dove può condurre: proseguire il cammino.

Canto
(durante il canto viene portato al centro dell’assemblea un cartellone rettangolare, di colore viola, suddiviso, a matita, in 6 strisce orizzontali, tutte uguali)

G.: La pace dunque richiede “lotta”. Ma quali sono le “armi” della pace? Quali le tappe di questo cammino?

 

GIUSTIZIA

L1: “Effetto della giustizia sarà la pace” (Is 32,17) (oppure Mt 20,1-16)

L2: Oggi il discorso sulla pace è diventato tutt’altro che pacifico. Prima non era così. Ma da quando la pace ha cominciato a presentarsi in pubblico con la compagnia un po’ sospetta della GIUSTIZIA, quello della pace non solo è diventato il discorso più destabilizzante, ma ha fatto capire che non ci potrà mai essere pace finché i beni della terra sono così ingiustamente distribuiti. Che guerra non è solo l’esplosione delle atomiche, ma la semplice esistenza di questo violento sistema economico. Che l’assurdo non è che nel mondo ci siano ricchi e poveri, ma che i ricchi diventino sempre più ricchi sulla pelle dei poveri, che diventano sempre più poveri.

(Sottofondo musicale. Durante la lettura dell’intenzione di preghiera viene applicata sul cartellone, nel 4° settore, una striscia verde, di pari dimensioni)

L3: Ti preghiamo, Signore, per l’AFRICA, il continente delle grandi ingiustizie e delle guerre dimenticate. Illumina la mente e i cuori di coloro che detengono il potere economico e aiuta noi a comprendere che il riscatto di questi popoli passa anche attraverso il nostro impegno nel quotidiano.

G.: La pace senza giustizia è una tragica illusione. Oggi, però, nella coscienza umana e cristiana stanno emergendo altri interrogativi. Quando, finalmente, giustizia sarà fatta in ogni angolo della Terra, quando le ricchezze saranno equamente distribuite, ci sarà la pace?

 

COMUNIONE

L1: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso (Lc 10,27) (Lc 10,30-37)

L2: Pace non è silenzio delle armi e neppure solo raggiungimento della giustizia. La pace è COMUNIONE, è solidarietà col prossimo. È portare gli uni i pesi degli altri con la tenerezza del dono. La pace è “convivialità delle differenze”. Nell’incontro per la pace ad Assisi i capi delle confessioni cristiane e i leader delle grandi e piccole religioni si sono messi d’accordo almeno su una cosa: occorre credere e sperare nella pace con amore di fratelli, oltre che di figli. La pace non si divide. Non c’è una pace rossa e una pace bianca. Non c’è una pace cattolica e una pace anglicana. C’è una sola pace: quella del Padre. La pace è un valore senza frontiere.

(Sottofondo. Durante la lettura viene applicata, nel 3° settore, una striscia gialla)

L3: Ti preghiamo, Signore, per l’ASIA, il grande continente dalle innumerevoli razze, religioni, culture. Fa che tutti gli uomini comprendano che solo valorizzando le diversità e imparando da esse ci sarà vera pace sulla Terra e, pur chiamandoti con nomi diversi, potremo sentirci tutti figli dello stesso Padre e tutti fratelli.

G.: Giustizia e comunione: semi della pace. Ma la pianta della pace non può sbocciare da un cuore che è un collage di compromessi, né può attecchire in un terreno concimato di bugie!

 

VERITA’

L1: “Parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore” (Sl 28,3) (Gv 8,31-34)

L2: Chi ama la pace vuol bene alla VERITA’. Non strizza l’occhio alla menzogna. Non manipola le notizie piegandole a interessi di schieramento. Chi ama la pace ha il coraggio di tirare fino in fondo le conseguenze di certe verità. Non ha paura di dire come stanno le cose, anche quando le sue parole rovinano la digestione ai potenti. Non si tira indietro se deve dire che la logica delle crescenti spese militari cozza contro quella del Vangelo. Non avalla con i suoi complici silenzi lo sterminio per fame di popoli interi. Chi ama la pace sceglie il linguaggio evangelico del “sì sì, no no”. È leale. Denuncia al fisco i suoi redditi fino all’ultimo centesimo. Chi ama la pace, insomma, è disposto a pagare. Perché la verità non si vende. Si compra. E a caro prezzo. Fino al prezzo della croce. Come è avvenuto per Gesù che, sceso sulla terra per rendere testimonianza alla verità, è finito sul patibolo più infame per donarci la pace.

(Sottofondo. Durante la lettura viene applicata, nel 1° settore, una striscia rossa)

L3: Ti preghiamo, Signore, per l’AMERICA, il continente delle contraddizioni, con un Nord sempre più ricco e un sud sempre più povero. Fa che i potenti della terra, in nome della verità e della lealtà, possano agire per eliminare i debiti dei Paesi poveri e per il riconoscimento dei diritti umani per tutti.

G.: Il volto di un uomo, con la sua unicità, con la sua esclusiva ricchezza spirituale, con tutta la sua valenza di dono, non tornerà mai più a illuminare la terra. Ecco allora la ricerca del volto del prossimo come fondamentale allenamento di pace. Ricerca del volto, non della maschera. Rapporto dialogico tra volto e volto, non litigiosità feroce tra grinta e grinta.

 

L’ETICA DEL VOLTO

L1: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sl 27,8-9) (Ef 4,1-6)

L2: In quest’epoca caratterizzata dalla “serialità” massificatrice, l’ETICA DEL VOLTO ci sembra l’unica in grado di costruire la pace. Sì, perché le guerre, tutte le guerre, da quelle interiori a quelle stellari, trovano la loro ultima radice nella uniformizzazione dei volti. Nella dissolvenza dei volti. Nella perdita di identità personale. Nell’incapacità di guardarsi negli occhi. Se, oltre che al Signore, fossimo capaci di dire anche al prossimo: “Il tuo volto, fratello, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”, la causa della pace sarebbe risolta. Riconciliamoci con i volti. Ci riconcilieremo così col volto di Dio, unica terra promessa dove fiorisce la pace.

(Sottofondo. Durante la lettura viene applicata, nel 5° settore, una striscia azzurra)

L3: Ti preghiamo, Signore, per l’OCEANIA, il continente che, a causa della sua conformazione e posizione geografica, è condannato all’isolamento e nel quale i cristiani sono una ristretta minoranza. Fa che tutti gli uomini del mondo possano incontrarti nel volto dei fratelli e aiutaci a non cadere nell’errore dell’escludere qualcuno dal nostro impegno quotidiano di “operatori di pace”.

G.: Dovremmo abituarci ad abbinare la pace a parole più quotidiane. Parliamo quasi sempre di marce della pace, veglie della pace… Forse è arrivato il momento di capire che dovremmo poter parlare di FERIALITA’ della pace. Fabbrichiamo la pace fatta in casa. Prendiamo coscienza che i cuori disposti al perdono e alla comunione sono l’unica miniera da cui si estrae la materia prima della pace.

(Viene applicata, nel 2° settore, una striscia arancio)

L2: No. Non è un problema solo dei grandi. Anzi, comincio a dubitare che la pace, in questo vecchio mondo, possano essere i grandi a farla fiorire. “La pace nasce da un cuore nuovo”. Se c’è quindi una speranza che la pace diventi un fiore del nostro giardino, questa speranza si appunta su di te. Prega per la pace. Allenati al dialogo. Cambia il tuo cuore. Educati alla pace. Sì, perché la pace è anche un’arte che si impara. Non basta lo slogan. Non basta una marcia. Ci vuole studio. Occorre il confronto. Occorre soffrire. Ti sarà necessario anche prendere posizione: l’equilibrismo non è il modo giusto per difendere la pace. Non abbassare le armi! Per la pace fatti in quattro pure tu! Ce la farai!

G.: La pace è conquista, cammino. Impegno. Ma è soprattutto un dono che viene dall’alto. Qual è allora il ruolo degli operatori di pace? Quello di non respingere il dono al mittente. E in particolare quello di rendere attuale e fruibile per tutti questo regalo di Dio.

 

PERDONO

L1: “«Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette»” (Mt 18,21-22) (Mt 18,23-35)

L2: La pace, dunque, è dono. Anzi, è “per-dono”. Un dono “per”. Un dono moltiplicato. Un dono di Dio che, quando giunge al destinatario, deve portare anche il “con-dono” del fratello. Come possiamo dire parole di pace se non sappiamo perdonare? Solo chi perdona può parlare di pace. E a nessuno è lecito teorizzare sulla non violenza o ragionare di dialogo tra popoli o maledire sinceramente la guerra, se non è disposto a quel disarmo unilaterale e incondizionato che si chiama “PERDONO”.

(Sottofondo. Durante la lettura vengono applicate, sulla bandiera arcobaleno che si è formata, le lettere, di colore bianco, della parola PACE)

L3: Ti preghiamo, Signore, per la nostra EUROPA, il vecchio continente, ricco e industrializzato, ma che si sta dimenticando di Te. Aiutaci a diventare operatori di pace nella vita di tutti i giorni, facendo la tua volontà e amando e perdonando i fratelli.

G.: Il nostro “cammino della pace” davanti a Te, Signore, si conclude qui. Abbiamo composto, simbolicamente, tappa dopo tappa, attraverso i continenti, la bandiera della pace: aiutaci ad issarla nel mondo intero!
“Tutte le verità della Scrittura non sono che i colori dell’arcobaleno in cui si scompone l’unico raggio di sole: la pace” (don Tonino Bello).

(Si può concludere pregando insieme la “Preghiera per la pace” di Giovanni Paolo II)

Benedizione

Canto

(I testi sono tutti tratti dagli scritti di don Tonino Bello)

Di Dorella Lodeserto

The following two tabs change content below.

Dorella Lodeserto

Ultimi post di Dorella Lodeserto (vedi tutti)

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.