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Dio non produce scarti. Cronache da Basùra

Matteo ci fa aprire i sensi, e non solo gli occhi, su un’umanità dolente, ma reale.
Ci fa scendere dentro, ma non solo dentro le viscere delle nostre città, in quelle pieghe fatte di palazzi abbandonati, di tunnel e di giardinetti pubblici, di mense dei poveri e stazioni dove si aggirano persone senza nome e senza volto, schedate come "extracomunitario", "zingaro", "clochard", "senza-fissa-dimora"…

Autore: Donati Matteo
Romagnolo, è da due anni responsabile del Centro di ascolto Caritas di Pesaro. Nel 2008 ha vinto il concorso letterario PiccoLink di Faenza; è autore di racconti e collabora come giornalista con alcuni periodici.

Target: Per tutti.

Contenuti: «Matteo ci fa aprire i sensi, e non solo gli occhi, su un’umanità dolente, ma reale.
Ci fa scendere dentro, ma non solo dentro le viscere delle nostre città, in quelle pieghe fatte di palazzi abbandonati, di tunnel e di giardinetti pubblici, di mense dei poveri e stazioni dove si aggirano persone senza nome e senza volto, schedate come "extracomunitario", "zingaro", "clochard", "senza-fissa-dimora"…
Matteo ci fa scendere ben più dentro, perché ci conduce a guardare dentro di noi, nella spazzatura del cuore, per invitarci a non buttare via quella salutare inquietudine che ci fa prendere sul serio la vita di tutte queste persone che normalmente preferiamo non vedere».
(dalla Prefazione di don Marco Di Giorgio)

anno: 2011
formato: 14×21
pagg. 64
euro 9,00


INDICE

Prefazione, di don Marco Di Giorgio, 9
Introduzione,

Mohamed, 13
La malattia, 17
Il Magobbuòno, 19
L’anarchico, 21
Una citazione, 23
Pristine, 25
I Magnifici Cinque, 29
L’omicida, 31
La coppia più bella del mondo, 35
La curda, 37
Sheila, 39
Quando i clandestini eravamo noi, 43
La mensa dei poveri, 45
Una maschera di sangue, 49
Sarajevo 1992, 51
Ciao Massimo, 57

I fotografi, 61

Prefazione
di Marco Di Giorgio

A che serve una prefazione? Di solito ad essere saltata a piè pari… Se la state leggendo, siete delle persone precise, che forse vogliono prepararsi a una lettura più profonda o, semplicemente, avete del tempo da perdere… O no?
Ma, vi sareste chiesti, che cos’è, dov’è, la Basùra del sottotitolo?
Basura, come ci spiega Matteo, è lo spagnolo per "spazzatura".
Non si tratta di spazzatura come quella che si ammucchia a Napoli per le strade, quella da smaltire in appositi siti di stoccaggio e riciclaggio. È la spazzatura che portiamo dentro. Sì, proprio dentro di noi. Anche il cuore ha la sua spazzatura: sono tutti quegli atteggiamenti con cui ci difendiamo.
Da che cosa? Dagli incontri che ci mettono in crisi, dai volti che ci disturbano, da quegli appelli silenziosi a ciò che sentiamo che dovremmo fare ma… non ne abbiamo voglia!
Non ho voglia di mettermi in discussione, di rivedere il mio stile di vita. Non ho voglia di ascoltare. Non ho voglia di fermarmi a pensare. Allora… basura! Butto via quel leggero malessere, quel disagio che mi prende davanti a una mano tesa al semaforo. Butto via, non prendo sul serio quella domanda: «Ma forse potrei fare qualcosa?» che nasce nel profondo, fissando il volto di quello straniero. Butto via, mi dimentico di quel moto di ripulsa che mi prende, odorando la puzza che viene da quell’accattone e che mi fa girare la faccia dall’altra parte…
Matteo ci fa aprire i sensi, e non solo gli occhi, su un’umanità dolente, ma reale. Ci fa scendere dentro, ma non solo dentro le viscere delle nostre città, in quelle pieghe fatte di palazzi abbandonati, di tunnel e di giardinetti pubblici, di mense dei poveri e stazioni dove si aggirano persone senza nome e senza volto, schedate come "extracomunitario", "rom", "zingaro", "clochard", "senza-fissa-dimora"…
Matteo ci fa scendere ben più dentro, perché ci conduce a guardare dentro di noi, nella spazzatura del cuore, per invitarci a non buttare via quella salutare inquietudine che ci fa prendere sul serio la vita di tutte queste persone che normalmente preferiamo non vedere. E lo fa con semplicità, con le parole di chi racconta vita vera, quella degli incontri, della condivisione, dell’ascolto quotidiano…
Allora, buona discesa a Basùra!
Don Marco Di Giorgio
Direttore Caritas Pesaro

INTRODUZIONE

Questo piccolo libro non vuole insegnare niente a nessuno.
Non è un elenco di ricette per sanare i mali della società.
Dentro queste pagine non troverai né miti né eroi.
Quello che stai per fare è un viaggio nei bassifondi della tua città, dove vivono persone speciali. Uomini e donne come te che per ragioni diverse dormono per strada o in roulotte, si umiliano a chiedere l’elemosina fuori dai supermercati, sono prigionieri di droghe o alcol, soffrono la fame. Eppure come te, come noi, fanno parte dell’epoca della modernità, delle innovazioni tecnologiche, del benessere.
La cosa più facile è sempre quella di etichettarli con nomignoli e frasi fatte e passargli accanto così, facendo finta di nulla, semplicemente schivandoli.
La cosa più difficile è ascoltarli, fare lo sforzo di entrare nelle loro vite, guardarli dritti negli occhi, capire perché, i tanti perché. Così, per leggere questo libro prima di tutto devi scartare tutti i pregiudizi e una montagna di luoghi comuni. Entrerai nelle loro "case", annusandone gli odori, sentirai le loro paure, li conoscerai per nome, ti accorgerai dei loro errori, a volte potrai persino emozionarti ascoltando le loro storie e osservando le immagini della loro vita quotidiana. Qualcuna ti entrerà nel cuore e si fermerà lì per un po’ di tempo. Ti calerai in un mondo invisibile, popolato da persone altrettanto invisibili. Cioè che le puoi vedere davvero soltanto se le vuoi vedere, se hai abbastanza coraggio, anche perché questi nostri amici sono personaggi piuttosto scomodi. È difficile entrare in contatto con loro, hanno la capacità intrinseca di mettere in crisi le coscienze e di compromettere il nostro mondo che al contrario del loro è pulito, ordinato, regolato e tutto-sotto-controllo.
Allora si parte, verso il basso. Scenderemo nelle viscere della tua città. Sarà un viaggio in cui i sensi contano tantissimo, anche per non correre il rischio di rimanere ancorati a una certa, diffusa, superficialità. Ergo, si badi bene di aprire gli occhi, spalancare le vie respiratorie, affinare l’udito, prepararsi a toccare con mano e assaporare con gusto perché niente sfugga all’esplorazione.
Pronti? Via!

 

EMI Editrice Missionaria Italiana

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