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I mercanti della notizia. Guida al controllo dell’informazione in Italia  

Questo libro si pone un duplice obiettivo.
Il primo: fare luce sulle famiglie e le istituzioni che di fatto detengono il potere economico e politico in Italia.
Il secondo: aiutare a riconoscere giornali ed emittenti televisive in base ai loro proprietari.
Lo scenario che emerge non è dei più confortanti, ma conoscere è il primo passo per potersi muovere nel mondo dell’informazione con quella giusta dose di circospezione che ci permette di non cadere totalmente vittime della manipolazione delle notizie.

Autore:
Il volume è curato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, coordinato da Francesco Gesualdi. È sorto a Vecchiano (PI) nel 1985. La sua attività consiste nella stesura di guide sul comportamento delle imprese, l’organizzazione di campagne, suggerimenti sugli stili di vita.
 
Contenuti:
Questo libro si pone un duplice obiettivo.
Il primo: fare luce sulle famiglie e le istituzioni che di fatto detengono il potere economico e politico in Italia.
Il secondo: aiutare a riconoscere giornali ed emittenti televisive in base ai loro proprietari.
Lo scenario che emerge non è dei più confortanti, ma conoscere è il primo passo per potersi muovere nel mondo dell’informazione con quella giusta dose di circospezione che ci permette di non cadere totalmente vittime della manipolazione delle notizie.

anno: 2011
formato: 14×21
pagg. 288
euro 14,00

INDICE

Prefazione, di Ugo Biggeri, 11
Presentazione, di Francesco Gesualdi, 13

Prima parte – LE VIE DEL POTERE

Piccoli ducetti crescono, 19

Seconda parte – LE FAMIGLIE CHE CONTANO

Viaggio nei casati d’Italia, 29
Agnelli, 33
Angelucci, 41
Benetton, 47
Berlusconi, 53
Boroli-Drago, 67
Caltagirone, 73
De Benedetti, 81
Del Vecchio, 87
Della Valle, 91
Doris, 97
Ferrero, 103
Ligresti, 107
Lucchini, 113
Merloni, 117
Monti Riffeser, 121
Pesenti, 127
Rotelli, 133
Toti, 137
Tronchetti Provera, 141

Terza parte – I PEZZI GROSSI DEL GRATTA E VINCI

Tutti pazzi per la finanza, 149
Generali, 159
Intesa Sanpaolo, 167
Mediobanca, 175
Montepaschi, 183
UniCredit, 195

Quarta parte – I BURATTINAI DELLA NOTIZIA

Il controllo dell’informazione in Italia, 209
La lente sui quotidiani, 217
La lente sulle Tv, 243
Indice delle famiglie, delle banche, dei giornali e delle emittenti televisive, 271

PRESENTAZIONE

Prefazione di Ugo Biggeri Presidente di Banca popolare etica

L’informazione è potere. Non solo quella dei telegiornali, ma soprattutto quella che indirettamente ci arriva dai media di intrattenimento, dalla pubblicità, dal gossip.
È soprattutto attraverso queste forme spurie che l’informazione è usata per governare le idee, le scelte dei consumatori e quindi formare l’idea generale di come "gira" il mondo.
Se, a un orario spesso assurdo, ci capita di seguire un programma sui legami tra consumo e cambiamenti climatici, sicuramente abbiamo accesso a informazioni importanti.
Ma se questa informazione è affogata in un palinsesto fatto di inviti continui al consumo irresponsabile, allora il potere dei media èè in grado di far passare un’altra idea di fondo: quella che più si consuma e meglio è (per noi, per la nostra vita, per l’economia, forse anche per il pianeta…). La sobrietà resta sullo sfondo delle possibilità e alla fine "prende" poche persone.
Questo legame tra media e potere è noto e usato in tutto il mondo e l’Italia rappresenta un caso particolare. L’anomalia italiana rischia però di non farci vedere come il legame sia molto profondo. Sono l’economia e la finanza globali a intrecciarsi con il potere mediatico: fa parte del loro business, lo sostengono con la pubblicità, fabbricano l’hardware, determinano tendenze o cavalcano quelle che si generano tra i cittadini.
Per questo, in un libro sull’informazione, si parte dall’analisi del potere economico e finanziario per poi arrivare solo nell’ultima parte agli intrecci tra potere e informazione.
Non si parla dell’informazione autoprodotta sul web e del suo potenziale di "libertà". Il web interattivo oggi rappresenta una possibilità reale di controinformazione, ma i meccanismi che vediamo chiariti in questo libro a proposito di giornali e tivù si stanno attuando anche sul web: già oggi i social network che usiamo non sono esenti da pesantissimi condizionamenti. Questo libro ci aiuta quindi a capire che cosa occorre studiare "a monte" per intuire come si muoverà il potere sulle nuove frontiere dell’informazione.
Farsi buone domande, essere curiosi sui meccanismi di potere, ricercare trasparenza là dove c’è opacità voluta, sono ingredienti fondamentali per essere efficaci nel cambiare un sistema in cui siamo immersi nostro malgrado. È il lavoro che svolge, da più di venticinque anni, il Centro nuovo modello di sviluppo (Cnms). Un’esperienza fondamentale in Italia per far crescere il consumo critico e quindi stimolare, da un lato, le azioni di pressione sulle imprese, e dall’altro la voglia di sperimentare forme di economia in cui le relazioni e gli effetti dell’agire economico siano importanti quanto la capacità imprenditoriale. Commercio equo, finanza etica, gruppi di acquisto solidale devono molto a questo lavoro del Cnms. Ma anche altre idee quali il turismo responsabile, la bioedilizia, l’eco-efficienza e le imprese sociali hanno radici che si possono ricondurre all’idea comune che le nostre azioni economiche quotidiane hanno molto a che fare con i diritti delle generazioni future, con l’equità, con la sostenibilità.
Il contesto in cui viviamo continua a educarci ad essere consumatori irresponsabili, che non dovrebbero mai preoccuparsi delle conseguenze sociali e ambientali del loro agire.
Per tornare ad essere cittadini abbiamo bisogno di reinventare e proseguire il lavoro portato avanti con professionalità dal Cnms. È un bene comune di cui i consumatori critici e gli imprenditori "responsabili" dovranno cominciare a farsi carico.
Un I care di cui oggi abbiamo bisogno per non perderci tra i mercanti dell’informazione.

Presentazione di Francesco Gesualdi Coordinatore Centro Nuovo Modello Sviluppo

Il Centro nuovo modello di sviluppo è un piccolo centro di documentazione sorto a Vecchiano (Pisa) nel 1985, per iniziativa di alcuni nuclei familiari decisi a vivere la propria dimensione familiare in una prospettiva sociale e politica.
A partire dall’analisi sugli squilibri Nord-Sud, il Centro ha individuato la responsabilità delle imprese nei processi di impoverimento a livello globale e ha elaborato delle proposte per trasformare il consumo da strumento di complicità con i misfatti delle aziende a strumento di liberazione a fianco degli oppressi. Fra le strade indicate le campagne di pressione; nel corso degli anni ne sono state organizzate anche dal Centro. Famosa quella contro Del Monte, a sostegno dei diritti dei lavoratori delle piantagioni di ananas in Kenya, ma anche quella contro Chicco Artsana, a sostegno delle vittime dell’incendio che divampò alla Zhili, fabbrica cinese che lavorava in appalto per Chicco.
Altra strada indicata il consumo critico, che consiste nel fare la spesa smettendo di utilizzare come unici criteri di scelta il prezzo e la qualità dei prodotti, ma considerando anche la loro storia sociale e ambientale, nonché il comportamento più generale delle imprese. Consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa.
Votiamo sul comportamento delle imprese, premiando quelle che si comportano bene e punendo le altre. Alla lunga le imprese capiscono quali sono i comportamenti graditi dai consumatori e vi si adeguano instaurando fra loro una nuova forma di concorrenza, non più basata sulle caratteristiche estetiche ed economiche dei prodotti, ma sulle scelte sociali e ambientali.
I valori nei quali crediamo e per i quali ci battiamo sono la dignità umana, la pace, la democrazia, i diritti di chi lavora, il rispetto dei consumatori, il rispetto del pianeta, la trasparenza nella gestione degli affari, l’onestà fiscale. Per questo le nostre ricerche sulle imprese si concentrano sulla violazione dei diritti e le complicità con i regimi oppressivi, sugli abusi di potere, sui legami con gli eserciti e l’industria bellica, sul ricorso ai paradisi fiscali. Ma sempre di più indaghiamo i legami con la politica, perché compromettono la democrazia.
In democrazia per sedere in Parlamento ci vogliono i voti e per avere i voti bisogna arrivare alla gente con tutti i mezzi possibili: la televisione, i giornali, la pubblicità cittadina.
Ma tutti questi strumenti di persuasione costano e alla fine la democrazia si è trasformata in una questione di soldi. Un tempo i soldi si chiedevano ai militanti, ma piano piano si è preferito battere strade più sbrigative e oggi succede che i partiti bussano sempre più spesso alle porte delle imprese.
Almeno così è negli Stati Uniti e lo sarà sempre più anche qui da noi, via via che si accentuerà lo scollamento tra vertice e base. Morale della favola, la politica la fanno sempre di più le imprese con le loro scelte di finanziamento.
L’invasione della politica da parte delle imprese è un fenomeno che va arrestato, perché riduce la democrazia a pura formalità. Per tornare a una vera democrazia bisognerebbe riformare la scuola, disciplinare in maniera seria il conflitto di interessi, regolamentare il possesso di tv e carta stampata, ridare potere economico alla macchina pubblica. Tutti passi che competono al governo e al Parlamento, ma qualcosa possiamo fare anche come consumatori. Possiamo escludere dai nostri acquisti le imprese che possiedono giornali e tv, che finanziano i partiti, che partecipano ad associazioni di lobby politica. Le guide che abbiamo pubblicato forniscono le informazioni per farlo.
Oltre che di imprese, ci occupiamo anche di stili di vita e di modelli di società nella consapevolezza che se vorremo garantire un futuro al nostro pianeta e alla nostra umanità dovremo essere capaci di rivedere non solo cosa, quanto e come produrre, ma anche come organizzare il lavoro, il mercato, le città, la solidarietà collettiva, perché il tempo della crescita è finito. Per questo oltre alle guide (Guida al consumo critico, Guida al vestire critico, Guida al telefono critico) abbiamo pubblicato testi di riflessione più ampi come Sobrietà e L’altra via, senza dimenticare che il cambiamento non possiamo realizzarlo da soli, ma con l’adesione di tutti.
Proprio per raggiungere i più "lontani" abbiamo pubblicato anche romanzi, come Il mercante d’acqua e I fuorilega del Nordest.

Questo libro
In più di venticinque anni di ricerche abbiamo notato che, nella proprietà dei gruppi che contano, certi nomi compaiono sempre, e ci è venuta la voglia di fare un’indagine sulle famiglie più ricche d’Italia. Così abbiamo scoperto che la strategia adottata da tutte è sempre la stessa: prima si rafforzano nella loro attività di partenza, poi si infiltrano in altri settori seguendo come criterio non solo il guadagno, ma anche il potere. Ed ecco l’occupazione della finanza e dell’informazione, come settori chiave per il controllo dell’economia e della politica.
Questo libro si pone un duplice obiettivo. Il primo: fare luce sulle famiglie e le istituzioni che di fatto detengono il potere economico e politico in Italia. Il secondo: aiutare a riconoscere giornali ed emittenti televisive in base ai loro proprietari. Lo scenario che emerge non è dei più confortanti, ma conoscere è il primo passo per potersi muovere nel mondo dell’informazione con quella giusta dose di circospezione che ci permette di non cadere totalmente vittime della manipolazione delle notizie. Inoltre ci offre la possibilità di esercitare il nostro diritto di scelta, per quanto esigua essa sia.
La ricerca è stata possibile grazie alla collaborazione della Fondazione responsabilità etica che ci ha accordato un contributo finanziario grazie al quale abbiamo potuto avvalerci dell’attività di ricerca di Maurizio Marulli: due condizioni senza le quali questa indagine non avrebbe visto la luce, così come non si sarebbe realizzato il sito di ricerca dedicato alle imprese www.impreseallasbarra.org.
Oltre che a Maurizio e alla Fondazione, il nostro ringraziamento va a Luigi Piccioni che ha accettato di rileggere il testo fornendoci consigli preziosi.
Infine, ringraziamo la EMI che ha accettato con slancio di pubblicare questa nuova proposta.
 

EMI Editrice Missionaria Italiana

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