Slow page dei Missionari della consolata

“Un bel di’ vedremo”… comunità Corea!

Un’ironica auto-descrizione dei missionari della Consolata in Corea… 

Per sapere l’ “aria” che tira nella nostra comunità seguite il fil di fumo: troverete Padre Diego con la sua sigaretta davanti alla porta d’entrata…
 

“Un bel di’ vedremo levarsi un fil di fumo…”.
Sì, lo so che lo sapete che queste parole sono di un’aria famosa dell’opera lirica “Madame Butterfly”. Ma per sapere l’ “aria” che tira nella nostra comunità seguite il fil di fumo: sicuramente troverete Diego che fuma davanti alla porta d’entrata (non permettiamo fumatori in casa). E’ uno dei rari vizi che si concede. Per il resto guida la comunità con mano serena e ci aiuta a concretizzare le idee che vengono fuori dai nostri incontri. Ma non parlategli il giorno dopo che il Milan ha perso!

Se abbiamo un problema di qualsiasi tipo tecnico, come ad esempio cambiare una lampadina, sapere quanto sale ci va nel brodo, capire perché il computer è impazzito ecc., noi ci rivolgiamo a Pedro (della serie: “oh Pedro vieni a salvarmi!”).
Ma facciamo bene attenzione a non chiedere nessuna spiegazione se no lui comincia da Archimede, passando per tutti i dettagli dei circuiti dell’hardware e per i misteri del software, per cui, alla fine, uno non sa più se il cervello ce l’ha soft o hard. E’ sempre così disponibile e servizievole che abbiamo deciso di scegliere per il suo eventuale motto episcopale questa frase: “Io sono tra voi come colui che Server”.
Da alcuni anni per viaggiare usiamo anche noi il Gps. Io sostengo che è una macchina infernale, Pedro invece se ne fida ciecamente. Per questo siamo finiti alcune volte in posti nel bel mezzo del nulla.
Effettivamente però è molto utile, ma immaginate come mi sento io dopo 15 anni che faccio il navigatore
ufficiale per le vacanze comunitarie e le uscite del quinto lunedì, nel vedermi rimpiazzato da una stupida
macchinetta.

Jair, umile e semplice, ci stupisce sempre con le sue riflessioni profonde. Lui è quello che più ha versato sangue per questa missione: per ben tre volte gli abbiamo fatto cauterizzare il naso, perché, per lo stress
dello studio, si ostinava a perdere sangue. Un vero agnello immolato: forse è per questo che ad ogni messa del lunedì dopo esserci scambiati il caloroso abbraccio della pace aspettiamo che sia lui a intonare: “Agnello di Dio…”!
Peter lo tormenta cercando di spiegargli che c’è un vuoto pieno e un dolore che fa piacere, ma questi concetti buddisti gli creano solo più confusione.

Ora Peter ha finito la sua tesi e si è liberato dall’ansia che lo studio gli procurava. L’ansia però ora la fa venire a noi, perché insiste a spiegarci la differenza tra Kenosi cristiana e svuotamento di sé buddista,
che sarebbe poi il contenuto della sua tesi.

Álvaro è il nostro pilota ufficiale (è il più “autistico” della comunità) ma quando guida recita certe litanie di santi che non sono proprio quelle omologate dalla chiesa cattolica.
A lui piace ascoltare la musica “heavy metal” e robe infernali del genere. Approfitterò del suo anno sabbatico per tentare di “esorcizzare” l’ufficio della nostra rivista in cui lui lavora!

Eugenio, formatore e animatore insieme a Pedro del nostro gruppo di giovani, si rilassa col calcio e la Formula Uno. Siccome il suo Malaga non gioca granché bene lui si consola con la Ferrari ed e’ bello
sentirlo gridare con la sua voce acuta e roca: “Alonso!”. Ho cercato di spiegargli che siccome io peso molto più di lui, anche il mio voto in comunità dovrebbe pesare più del suo. Ma lui non capisce, crede ancora a una democrazia bilanciata, ma senza bilancia!

Lourenço, tranquillo e costante, continua a studiare il coreano; non siamo sicuri al 100 % sul suo cammino di santità, ma senza dubbio l’appetito ce l’ha buono. E poi ci aiuta spesso a ritornare alla realtà con il suo:
“ma dai….”

Tamrat discende in linea “molto indiretta” dalla regina di Saba, parla coreano con la scioltezza di un indigeno e con molta attenzione alle relazioni e ai bisogni della casa sta portando avanti bene la comunità
di Tong-du-cheon.

Da buon economo ho diviso la comunità tra missionari che ‘contano’ e missionari che ‘non contano’.
I missionari che contano sono quelli che inviano regolarmente i conti per la fine del mese; a quelli che non contano invece, devo stare dietro per giorni affinché si decidano a contare anche loro!

Marcos è sempre più inserito in comunità e il prossimo 11 gennaio sarà ordinato diacono; ci tiene sempre sù il morale con le sue battute acute e intelligenti e già sta collaborando con il team “Rivista e Animazione missionaria”.
Nella nostra comunità non siamo ancora arrivati alla “correzione fraterna”. Però in refettorio c’è sempre una bottiglia di grappa per “la correzione del caffè” ogni lunedì quando ci ritroviamo: ci si aggiusta come si può!

Giuseppino è tornato qui dalla Mongolia perché gli si sono seccate le ghiandole lacrimali e per lui stare in un clima secco, ventoso e con molta polvere è ora una vera tortura. Per il momento sta con la comunità di
Tong-du-cheon e fa delle cure con la medicina tradizionale. Per lui cerchiamo di cantare quelle belle corali che cominciano con l’intestazione: “lacrimoso”.

Ecco, questa è l’aria che tira in questa delegazione.
Ma volete sapere ancora una cosa?
Un giorno abbiamo letto che il Fondatore diceva che i missionari si riposeranno in Paradiso, e noi ci siamo chiesti: “Ma davvero bisogna proprio aspettare così tanto?” E abbiamo risolto il dilemma ribattezzando il centro di Ok-kil-dong: “Paradise training center”.

E allora dal “Paradise training center” un augurio fraterno che la Consolata ci doni sempre tanta fede, tanta allegria, e tanta carità!

P. Gian Paolo Lamberto

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